Archivio mensile:Giugno 2015

Ferrara, gli Estensi e Matteo Maria Boiardo

 

Matteo Maria Boiardo nacque in una nobile famiglia di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, nel 1440. Ebbe, fanciullo, due maestri di grandissima qualità: il nonno, Feltrino Boiardo, e lo zio materno, Tito Vespasiano Strozzi, famoso poeta, i quali gli instillarono l’amore per le lettere, avviandolo agli studi umanistici. L’influsso di questi insegnamenti non tardò a manifestarsi. Matteo_Maria_BoiardoA soli tredici anni, infatti, scrisse il suo primo libro, il Carme in lode degli Estensi, perché, anche allora, i politici e i protettori dovevano essere adulati a dovere. Tutto questo, qualche anno più tardi, gli valse, anche a causa delle contese contro i parenti circa l’eredità del padre defunto, l’ingresso, a Ferrara, alla corte degli Estensi, i quali lo colmarono di onori e gli concessero i governatorati di Modena e, poi, di Reggio Emilia. Questi signori padani avevano creato intorno a sé un ambiante davvero raffinato, tanto da rendere la corte ferrarese una delle più eleganti, anche culturalmente, di tutto il Nord Italia. Già agli inizi del ‘200, trovatori vi erano stati ospitati e, vicende politiche permettendo, i rampolli della famiglia d’Este si erano sempre comportati da munifici mecenati. All’epoca del Boiardo, le sorti della dinastia erano tenute da Borso, fino al 1471, e da Ercole I, fino al 1505. A Reggio Emilia il poeta incontrò una bella donna, Antonia Caprara, della quale si innamorò e per la quale compose un intero canzoniere, intitolato Amorum libri tres  (Tre libri di cose amorose). 180 componimenti, divisi in tre gruppi di 60 ciascuno, dedicati rispettivamente alle gioie, alle pene e ai rimpianti d’amore.

L’Orlando Innamorato

La sua opera più celebre è l’Orlando Innamorato, un poema in tre libri, interrotto quando l’Autore passò a miglior vita. In esso, Boiardo mise insieme la materia carolingia e quella bretone, 5616481-Mintrecciando azione e amore, anche per compiacere le dame e i cavalieri della corte estense, i quali volevano sentirsi raccontare storie che avessero a che fare con il loro mondo, con il loro stato e con i loro amori. Il poeta li accontentò. Combattimenti, innamoramenti, liti, duelli, belle donne, gentilezza, buone maniere, conversioni e chi più ne ha, più ne metta. Tra i personaggi principali, Angelica, è il propulsore di tutto il poema. Ella è una creatura bellissima, ma non nobilita o ingentilisce gli uomini, come le donne degli stilnovisti, anzi, li fa perdere. Sa essere delicata e amorevole ma anche ammaliatrice e crudele. Anche i paladini, Orlando, Rinaldo e altri, sono lontani dall’esprimere compiutamente i valori che avevano caratterizzato l’epica classica. Essi, infatti, sono rappresentati anche come uomini con debolezze, vizi, stolta testardaggine, più adusi a correre, folli, dietro le sottana che a svettare sui campi di battaglia, pur restando, comunque, valenti guerrieri.

Boiardo

Angelica, affascinante figlia di Galafrone, re del Cataio, si reca alla corte di Carlo Magno per implorare aiuto contro i nemici Tartari. Orlando, il migliore paladino di Francia, se ne innamora all’istante e la insegue fino al suo regno, in Oriente. Per difenderla, sconfigge il re di Tartaria, Agricane, che vuole sposarla con la forza e, tanto fuori di sé per amore, arriva addirittura a battersi contro il cugino Rinaldo, colpito, di contro, da una magia di odio per Angelica. Carlo Magno, intanto, è attaccato dal re indiano Gradasso, che intende sottrargli la spada di Orlando e il cavallo di Rinaldo. Senza i suoi migliori guerrieri, l’imperatore è incredibilmente salvato da Astolfo, un paladino fisicamente scarso ma molto furbo. not_detected_232244-1635Dopo ciò, Astolfo parte per l’Oriente, per andare a recuperare Orlando e Rinaldo. Giunto colà, durante il loro duello, si schiera dalla parte di Rinaldo. Angelica, preoccupata per le sorti Rinaldo, di cui è innamorata,  interrompe lo scontro e ordina ad Orlando di recarsi a distruggere il giardino della maga Falerina. Contro ogni pronostico, Orlando compie l’impresa e riesce perfino a salvare due volte il cugino e gli altri cavalieri, sia dalla maga Morgana della Fortuna, sia dal re Manodante delle Isole Lontane. Incontra, poi, Origille, una malvagia traditrice, innamorandosi stupidamente anche di lei. Ripetutamente imbrogliato e derubato dalla donna, finalmente ritorna da Angelica, giusto in tempo per salvarla dalla regina Marfisa. Astolfo, frattanto, è rimasto intrappolato tra le grinfie dalla maga Alcina, innamorata di lui. Nello stesso tempo, Agramante, re d’Africa, decide di invadere la Francia, ma ha bisogno del giovane Ruggero, prigioniero dal mago Atlante. Agramante invia il piccolo e viscido ladro Brunello in Oriente, per rubare l’anello magico di Angelica, che rende invisibili e, con esso, Brunello libera Ruggero dal mago. Orlando e gli altri paladini ritornano in Francia con Angelica, essendo giunta loro notizia dall’invasione di Agramante, seguito dal possente Rodomonte, dal giovane Ruggero, da Marsilio, re di Spagna, con l’invulnerabile nipote Ferraù.pupi_mostra Malgrado il valore dei francesi, a cui si è aggiunta la paladina Bradamante, sorella di Rinaldo, i musulmani sfondano le linee cristiane sui Pirenei. Il figlio di Agricane, Mandricardo, giunge, con Gradasso, in Francia, per vendicare il padre sconfitto da Orlando. L’esercito di Carlo Magno si ritira a Parigi, dove Agramante lo assedia. Disinteressandosi completamente della guerra, Orlando e Rinaldo, ora colpito da una magia d’amore per Angelica, continuano a inseguirla. Il mago Atlante, nel tentativo di recuperare Ruggero, di cui Bradamante era innamorata, ricambiata, porta disordine e trambusto da tutte le parti, con le sue magie e i suoi trucchi. Boiardo fece giusto in tempo a verseggiare che dall’unione di Ruggero e Bradamante sarebbe stata originata la casata degli Estensi. Morì, forse avvelenato da quegli stessi parenti che in gioventù lo avevano costretto ad abbandonare il suo palazzo di Scandiano. L’Orlando Innamorato ebbe fortuna fino a quando Ludovico Ariosto ne continuò la narrazione dei fatti nell’Orlando Furioso. Poi, non fu più ristampato per circa tre secoli.

 

C’è un buio alle volte

 

C’è un buio alle volte
che fa senso perfino alla notte
un tarlo che rode la calce nel muro
s’annida tra i mattoni
in quei minuti sprofondi
di un’allegria di resine
e risale i nervi dei tronchi
come un pidocchio alacre
rosicchia e stuzzica e incrina
s’inventa uno sfondo di cani
e muore le cose
nel fuoco dei giorni
questo consumarsi di ciglia
al rogo spaesato
della strada che eri.

(Patrick Gentile)

 

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Per struggente amore verso mia madre

 

Vedo solo ora
quantici torpori risplendere e
i danzatori dispersi giacciono in muschi esausti
that was may job that summer
dormiremo fino a tardi.

Tra alghe fritte e alici in tortiera
consumeremo il nostro amore in dune disperate
tra negroamaro robusto e infauste malinconie
writing it down now.

Facemmo ritorno al terreno della danza
per il silenzio
per la fitta gentile
per un fiore bianco nella sabbia.

Per struggente amore verso mia madre
vedo solo ora quantici torpori
e bosoni impazziti che generano universi
me ne andrò  prima che gli altri si alzino
i’ll slip before away they’re up
seduto su una seggiola in un cortile antico
sull’uscio di una porta
per struggente amore verso mia madre
and see the dew shining.

(Franco Cuomo)

 

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Amon Düül II

 

Nati nella Germania sessantottina, fervida di avanguardie culturali, gli Amon Düül II, con la loro musica oscura e demoniaca, intrisa di atmosfere esoteriche e ritmi tribali, sono riusciti ad affermarsi come una delle più grandi band del krautrock tedesco anni Settanta. La band si forma in una comune anarchico-freak a Monaco, dove si organizzano jam session free rock.amon-duul-4 La loro prima musica è molto sperimentale e caotica, fortemente politicizzata e impegnata contro la guerra. Nella prima formazione, alquanto precaria, si opera presto una scissione, dalla quale nasceranno due progetti diversi: gli Amon Düül I e gli Amon Düül II. La prima formazione si ispira chiaramente alla psichedelia americana dei Grateful Dead e dei Jefferson Airplane. Ciò lo si avverte chiaramente nel loro primo omonimo disco, ma ancor di più nel secondo album, “Paradieswärts Düül”, Ohr, 1970 (ascolta). Nel primo lato vi è “Love is peace” (ascolta), una lunga suite nella quale, inizialmente, un cantato dolce e sognante parla di terre incontaminate, dove l’amore e la pace regnano sovrani, il sogno hippie per eccellenza. Seguono malinconici e densi arpeggi di chitarra, che creano un clima di attesa irreale, a tratti claustrofobico, fino all’esplosione di suoni psichedelici negli ultimi cinque minuti. amonNel secondo lato, “Snow Your Thurst And Sun Your Open Mouth” (ascolta), più che una canzone è una lunga jam session di acid rock, accompagnata da percussioni tribali e da una batteria ipnotica, con chitarre distorte e ossessive, evocanti le visioni dell’Lsd. Ben presto, però, sono gli Amon Düül II a prendere il sopravvento e a dominare i palcoscenici, grazie a sonorità ben più complesse e originali. Attivissimi sin dal ‘68, grazie alla loro psichedelia d’avanguardia, si affermano come portabandiera di quel krautrock, nato in Germania con gruppi come Can, Neu, Ash ra temple e Tangerine dream. La band, nel corso degli anni, riesce ad imporsi anche a livello internazionale, con una serie di dischi, vere e proprie opere rock, dove convergono sonorità acustiche e orientali, mescolate a ritmi tribali e a devastanti suoni psichedelici. Il disco più rappresentativo del gruppo, manifesto ideologico del phallus_deikrautrock (quella estrema e sperimentale psichedelia made in Germany negli anni 70’, è “Phallus Dei”, Belle Antique, 1969 (copertina a destra). “Phallus Dei” (ascolta) contiene quattro brani e una lunga suite finale. È una vera e propria opera d’arte, qualcosa di così folle e inimmaginabile per l’epoca, subito risuonata rivoluzionaria per gli intenditori di musica. Era chiaro che qualcosa di magico stesse nascendo sulla scena musicale tedesca, una musica che riprendeva la psichedelia di Pink Floyd e soci, reinterpretandola in maniera ancora più estrema e fondendola con ritmi tribali e motivi orientaleggianti. Il disco parte in maniera egregia con “Kanaan” (ascolta), che, con la sua atmosfera, trasporta immediatamente l’ascoltatore in un mondo arcano e oscuro, dove la fanno da padroni suoni mediorientali ed esoterici, sui quali si innalzano maestosamente cori spettrali e inquietanti. Il punto di forza di questa danza occulta sta nella combinazione di riff tipicamente rock con archi e sitar. Poi, c’è “Luzifers Ghilom” (ascolta), brano dalle sonorità quasi horror, pieno di improvvisi cambi di tempo e in cui il cantato fluttua folle, su un mare di sonorità psichedeliche e percussioni. I vocalizzi demoniaci della cantante, Renate Knaup-Krötenschwanz, continuano in “Henriette Krotenschwanz” (ascolta), traccia breve che evoca la lunga notte dell’Inquisizione, sfociando, sul finale, in una corale marcia militare. Il massimo, in questo disco, si raggiunge con la title track (ascolta), una jam infernale di oltre 20 minuti, in cui gli Amon Düül dimostrano di essere musicisti con gli attributi. Amon_Dueuel_II-Carnival_In_Babylon_Japan-Booklet-L’inizio è calmo, ma questa calma è solo apparente perché presto esplodono una miriade di droni e suoni spaziali, mescolati a grida da indemoniati e vibrazioni di archi impazziti. La band improvvisa in maniera sempre più caotica e confusa, poi, un assolo di violino, che introduce percussioni tribali, sulle quali il cantato si inserisce prepotentemente in maniera sempre più folle. Il risultato finale è una vera e propria odissea acida, in cui gli strumenti suonano tutti in maniera scoordinata e dissonante, accompagnando l’ascoltatore direttamente nell’inferno delle anime dannate. “Phallus Dei” è un’opera mastodontica, un qualcosa che sarebbe potuto nascere solo dalle menti stravolte dall’Lsd in una comune anarchico-freak. E’ un disco dalle mille sonorità, complesso, allucinante e demoniaco, per certi aspetti tremendo, visionario e spettrale. “Phallus Dei” è probabilmente l’anno zero del krautrock ed è certamente una magnifica risposta alla psichedelia americana, troppo legata al blues, alle tradizioni e al progressive rock britannico. Un modo per dire che la Germania c’è e la sua musica non ha nulla da invidiare a nessuno!

Pier Luigi Tizzano

 

 

Vuoto

 

Conosco persone che sono ammalate di vuoto semantico. Il vuoto semantico è quell’insieme di eloqui preconfezionati con i quali coprono gli incubi che realmente provano. Infatti hanno poi malesseri frequenti, stati d’animo che tendono perlopiù all’implosione. E sbandano tra un cliché e un altro, fino a sentirsi depressi. Questo accade perché non sanno che nome mettere alle cose. Quando non sai che nome mettere a una cosa fai un’esperienza di estrema angoscia. Per evitare la quale prendi a prestito quel che è nell’aria, insomma una voce non tua. Eppure, paradossalmente, proprio quell’esperienza di angoscia è la sola benefica, la sola che possa condurre a un progresso. Una persona che cerchi le parole per raccontarsi nel profondo è a suo modo una persona eroica. Oltretutto, non di rado, si imbatterà nel silenzio. Ma il silenzio in effetti è il contrario del vuoto semantico. Il silenzio è la poesia.

Patrick Gentile

 

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L’unico modo di cambiare questo mondo cinico e ingordo

 

L’unico modo di cambiare
questo mondo cinico e ingordo

non è una rivoluzione
non è la ribellione,
ma diventare assolutamente generosi e altruisti
che la nostra propria esistenza
è un atto di cambiamento,
autentica ribellione senza violenza.

(Diana Renate Stera, 2012)

 

 

 

English version:

The only way to change
this cynical and greedy world
is not a revolution, is not rebellion,
is to become so absolutely generous and giving
that your very existence
is an act of change,
authentic rebellion without violence.

 

 

 

 

 

12 giugno 2015. Piano di Sorrento. Honda Bar

 

Nell’ambito della rassegna “Incontri al buio”, organizzata dal Circolo ENDAS Penisola Sorrentina, salotto artistico, animato da Carlo Alfaro, con la presentazione del volumetto di poesie e aforismi di Riccardo Piroddi, “Con gli occhi e con il cuore” (Sibi et amicis), le affascinanti tele di Anna Esposito, talentuosa artista sorrentina, e il cineforum con la proiezione del bellissimo film “La ragazza del dipinto”, di Amma Asante, 2013.
Dalla nota introduttiva di “Con gli occhi e con il cuore”:
Ascoltate una donna quando vi guarda, non quando vi parla. Nei suoi occhi vedrete voi stessi e parte della vostra storia, velata dalla struggente malinconia del ricordo e della sua trasfigurazione in ideale. Ma, soprattutto, vedrete la delicatezza della redenzione. Gli occhi di una donna sono il solo luogo in cui l’abisso conduce alla purificazione, all’empatia universale, la natural burella attraverso cui uscire a riveder le stelle. Guardando negli occhi della propria donna, il poeta vede tutta la bellezza del mondo. E la canta. Negli occhi della sua donna c’è la bellezza del mare, dei riflessi dorati sulla sua superficie, del cielo, delle nuvole, del tramonto. C’è la bellezza di un’opera d’arte, di una costruzione d’ingegno, di una stravaganza della mente. C’è la bellezza della passione, della sofferenza, della mancanza, del desiderio. C’è la bellezza della vita e la bellezza della morte. Sì, anche quella! Ecco cos’è la composizione poetica. Un canto che il poeta non può placare possedendo la sua donna. Un canto che non avrebbe mai potuto avere voce se il poeta non avesse guardato negli occhi della sua donna. La donna è l’occhio e il canto dell’Universo!”.

Il Circolo ENDAS Penisola Sorrentina (Ente nazionale democratico di azione sociale) O.n.l.u.s. è attivo nei settori della formazione, dello sport dilettantistico, della promozione e valorizzazione dei beni culturali, della cultura e dell’arte, della salvaguardia dell’ambiente e dei diritti civili. Fondato da un gruppo di studenti universitari, nel 1983, svolge le sue numerose attività sul territorio della Costiera sorrentino-amalfitana e nella provincia napoletana. In questi trent’anni sono state organizzate varie attività per il tempo libero, dal teatro al cinema, dalla musica alla letteratura, dalla promozione del turismo sociale e dello sport alla difesa dei diritti civili e dell’ambiente, con iniziative formative, ricreative e di volontariato, a favore dei minori, dei giovani, degli anziani e dei ceti sociali più disagiati. Il Circolo ENDAS Penisola Sorrentina è presieduto da Adele Paturzo, con la direzione artistica di Antonio Volpe e quella degli eventi di Carlo Alfaro.

 

Intervista di Carlo Alfaro a Riccardo Piroddi

 

 

Ultimo ospite della rassegna del Circolo Endas Penisola Sorrentina, Riccardo Piroddi e le sue poesie” 

Articolo da www.corsoitalianews.it
(leggi)

 

 

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Il paradosso Quantitative easing e l’isteria dei mercati

 

Boom! Head shot! Passatemi il linguaggio da gamer incallito ma, supermario draghiè proprio il caso di dirlo, il bazooka di Mario Draghi (foto a destra) ha colpito l’obiettivo. Il 22 gennaio scorso, la BCE ha annunciato il primo piano di Qe (Quantitive easing) nella storia dell’Eurozona: un’operazione da 1000 miliardi di euro. Tra le regole del programma è stato previsto che l’Istituto di Francoforte comprasse sul mercato secondario, e solamente lì, i titoli di Stato dei 19 Paesi dell’Eurozona con la sola esclusione della Grecia. Non tutti i titoli, però, sono interessati dagli acquisti. Infatti, è possibile rastrellare solo quelli con scadenze comprese fra i 2 anni e i 30 anni, a condizione, poi, che i tassi di interesse di mercato non siano inferiori ai tassi di deposito stabiliti dalla BCE stessa (attualmente fissati a -0,2%). Alla data del 22 gennaio, il rendimento dei BTP a 10 anni era all’1,56%, già più basso di 50 bp (basis point) rispetto a dicembre, quando si cominciava a parlare di Qe. Il rendimento ha, poi, continuato a scendere fino all’1,12% dell’11 marzo, ovvero solo due giorni dopo l’inizio degli acquisti di titoli di Stato al ritmo di 45 miliardi al mese. Dopodiché, i tassi di interesse hanno intrapreso la strada opposta, ricominciando a salire, con tempi e modi diversi, in tutt’Europa. Si è quindi realizzato un “paradosso”: il piano agisce in linea diretta sui titoli di Stato ma, a conti fatti, non è al momento riuscito ad abbassare i rendimenti dei bond governativi e, in special modo, quelli dell’area “periferica”. Il Qe ha, invece, smosso i canali finanziari indiretti, le Borse (in forte rialzo da inizio anno) e l’Euro (svalutatosi nei confronti del Dollaro). Come mai, allora, i rendimenti sono tornati ai livelli pre-Qe? La risposta risiede in una sorta di moral hazard, perché i governi hanno notevolmente incrementato le emissioni. «L’offerta di obbligazioni sui mercati europei è stata certamente un fattore chiave nel determinare il recente calo dei prezzi (e il rialzo dei rendimenti, ndr). Nel tentativo di sfruttare i bassi tassi di interesse, i governi hanno inondato il mercato di titoli, esercitando pressioni sui tassi e provocandone il rialzo – ha spiegato Raman Srivastava, gestore del fondo BNY Mellon Euroland Bond Fund -. Tuttavia, ci stiamo avvicinando all’estate e nel mese di luglio l’offerta netta sui mercati obbligazionari è tradizionalmente negativa. qetassitalia-700Ci aspettiamo, quindi, che la sovrabbondanza di titoli si faccia più contenuta. La Banca Centrale Europea ha già lasciato intuire che modificherà il suo programma alla luce di questa previsione, incrementando gli acquisti di titoli a giugno e rinviando quelli previsti per luglio ai mesi di agosto e settembre. Pertanto, anche se le dinamiche dell’offerta si protrarranno ancora a lungo, non dovrebbero produrre, nei prossimi mesi, lo stesso effetto negativo sulle obbligazioni cui abbiamo assistito nel secondo trimestre del 2015». Il rimbalzo dei tassi d’interesse è una notizia  tutt’altro che una cattiv. Innanzitutto, perché è conseguenza anche delle buone nuove provenienti dal quadro macroeconomico: sia la crescita reale che l’inflazione hanno abbandonato i livelli allarmanti dell’anno passato. In secondo luogo, perché il rafforzamento del Dollaro e l’indebolimento dell’Euro, che ne è derivato, ha avuto e avrà effetti positivi, sia per la competitività, sia per la maggiore inflazione importata. Per quale motivo, dunque, il mercato appare sorpreso? Principalmente perché, in un mondo surreale di tassi vicini allo zero, o, addirittura, negativi, un incremento dei Bund tedeschi all’1% diventa il più forte incremento, e quindi, la più ampia caduta dei prezzi, dal 1988, altrimenti si rischia di perdere in poche settimane i proventi delle cedole di sei anni. Il nervosismo dei mercati è dovuto all’aspettativa che la BCE realizzasse il suo piano, evitando sbalzi eccessivi alla volatilità dei tassi e, di conseguenza, dei prezzi.borsa Ma questo non rientra affatto nelle preoccupazioni della Banca Centrale Europea. Ad una precisa domanda alla conferenza del 2 giugno scorso, il governatore Draghi ha risposto che bisogna abituarsi a periodi, come questo, di elevata volatilità, dando, quindi, un messaggio molto fermo sulla politica della BCE: se movimenti, anche violenti, dei prezzi dei titoli pubblici sono la conseguenza di dinamiche fisiologiche di mercato, la politica monetaria deve continuare a remare nella stessa direzione disegnata dal piano originario. Non si può deviare dalla rotta per accomodare le tensioni che nascono da perturbazioni improvvise nella variabilità dei tassi e dei prezzi. Inoltre, ha aggiunto un’ulteriore importante considerazione: la Banca Centrale Europea non si può nemmeno preoccupare delle conseguenze microeconomiche di uno scenario di tassi d’interesse molto bassi. Interi settori dell’intermediazione non sono per nulla avvantaggiati da uno scenario a medio termine di bassi tassi, con buona pace di quelli che continuano a parlare di “regalo” alle banche.

Giuseppe De Simone

 

 

13 giugno 2015. Sorrento. Libreria Indipendente

 

Presentazione del volume di poesie, in napoletano, di Giovanni D’Amiano “’E pprete ‘e casa mia”, Duemme Editore, 2013.
Chi volesse capire che cos’è o, meglio, che cosa è stata la cosiddetta “civiltà contadina”, potrebbe utilmente leggere questa raccolta di poesie in dialetto napoletano, che non è azzardato considerare l’equivalente poetico di un museo della civiltà contadina, dal momento che l’Autore sembra proprio proporsi di ricostruire, con l’amore sofferto di un figlio e, insieme, col distacco dell’antropologo, i lineamenti di questo mondo che non c’è più. D’Amiano appartiene a un’altra razza, è un poeta “parulano”, perché, nonostante la sua laurea, nonostante la sua raffinata cultura, la sua anima, come egli stesso dice, è rimasta “parulana” (non a caso, Parula, cioè “Campagna”, era il titolo originario di questa raccolta). Egli canta, in queste poesie, il mondo della parula, che conosce per diretta esperienza e che è qui rivissuto dall’interno, come solo è possibile a chi c’è nato dentro, ci ha vissuto, penato per lunghi anni, portandone ancora le cicatrici”.
Letture di Marilena Altieri e Nino Casola. Relazione sulla storia della Letteratura e della Poesia napoletana, dal ‘300 al ‘900, e intervista all’Autore di Riccardo Piroddi. Organizzazione di Mimmo Bencivenga, proprietario della Libreria Indipendente.

 

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