Auguri a voi tutti, nel nome del Sole Invitto, da parte mia e dei collaboratori al mio sito!
“…Molti ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso il Sole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia” (Tertulliano, Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae)
Ciak, si legge! Secondo appuntamento con la rassegna letteraria-cinematografica, organizzata dall’Associazione Giovanile “361°”. Dal romanzo di Yann Martel “Vita di Pi” (2001) al film di Ang Lee “Vita di Pi” (2012), con Suraj Sharma, Irrfan Khan e Gérard Depardieu. Un filo tra i libri e il cinema, tra la letteratura e i grandi film. Un filo che lega tutta la serie di appuntamenti: si comincia con la proiezione di un film, tratto da un romanzo di successo e, in conclusione dello stesso appuntamento, sarà suggerito il libro da cui è tratta la pellicola presentata nel successivo. L’acquisto del libro, oggetto dell’incontro susseguente, sarà possibile alla fine di ogni appuntamento! Conduzione e moderazione di Riccardo Piroddi. Letture di Rosaria Langellotto. Organizzazione generale di Ilaria Ferraro, in collaborazione, per la parte tecnica, con i giovani dell’Officina “361”. Fotografie di Serena Gargiulo.
Chi non conosce gli Scorpions? Forse in pochissimi. Sono una vera e propria leggenda del rock e, con ogni probabilità, dopo Led Zeppelin, Pink Floyd e Queen seguono proprio loro per fama e milioni di dischi venduti in tutto il mondo (oltre cento milioni). Purtroppo, però, non tutti, anzi, forse in pochi, li conoscono veramente bene. Per la maggior parte delle persone, gli Scorpions sono quelli di “Wind of change” (ascolta), storica hit del 1991, che scalò le classifiche europee e non. Alcuni, poi, giusto un po’ più colti musicalmente, conoscono anche “Still loving you” (ascolta), storica ballata che, ancora oggi, continua a mettere i brividi. Per la maggior parte delle persone gli Scorpions sono soltanto una band hard rock degli anni ‘80. Ma non è così. Gli Scorpions, infatti, sono ben altro. La loro carriera comincia nei primi anni ‘70 e proprio nei ‘70 hanno dato alla luce i dischi più belli della loro saga (senza voler sminuire assolutamente quanto fatto negli ’80, nei ‘90 e tutt’ora). Essendo io un loro fan sin dall’adolescenza, voglio rendere giustizia a questa band e recensire il loro secondo semisconosciuto lavoro in studio (il mio preferito), datato 1974. Prima, però, voglio raccontare la storia del gruppo. Gli Scorpions sono una hard rock band, fondata nel 1965 ad Hannover (Germania), dal chitarrista Rudolf Schenker. Rimase nell’anonimato per circa quattro anni, poi, nel 1969, Rudolf ingaggiò suo fratello minore Micheal e il cantante Klaus Meine. La scelta si dimostrò più che giusta e la band iniziò a riscuotere un discreto successo nei locali rock e nei circoli underground. Dopo svariati concerti e ore passate in sala prova, la band sembrò essere pronta per l’esordio. Nel 1972, il loro primo disco: “Lonesome crow“, Rhino Entertainment (ascolta). L’album, purtroppo, non è dei migliori, l’esordio passa inosservato e snobbato dalla critica. Il disco è piuttosto immaturo e chiaramente ispirato ai primi Led Zeppelin, anche se ci sono dei momenti di puro genio, che lasciano capire chiaramente di che pasta siano fatti i ragazzi. E’ chiaro, sin dal primo momento, che la band è composta da ottimi musicisti, ma ha solo bisogno di un po’ di tempo per affinarsi e mettere in chiaro le idee sullo stile da adottare. Gli Scorpions non si danno per vinti e nel 1974 lanciano sul mercato il loro secondo (capo)lavoro: “Fly to the rainbow“, RCA Records (copertina a destra). Il disco (ascolta), a differenza del primo, viene accolto con molto entusiasmo da pubblico e critica, tanto che la band tedesca guadagna il titolo di “gruppo rock emergente dell’anno”. L’album è sicuramente uno dei migliori della band, ma sarà destinato a rimanere nell’ombra, soprattutto grazie al successo planetario che il gruppo avrà negli 80’ con un hard rock tanto duro quanto ballabile. Il brano di apertura, “Speedy’s coming” (ascolta), canzone breve e veloce, riassume tutto ciò che fanno gli Scorpions: un hard rock duro e fulmineo, ricco di assoli chitarristici, estremamente tecnici e virtuosi. In “They need a million” (ascolta), la band si calma un pochino e tira fuori atmosfere arabe ed esotiche, strizzando l’occhio alla psichedelia floydiana. La canzone racconta dell’irrefrenabile voglia delle persone di accumulare soldi, demonizzando e quasi indicando il denaro come il peggior male dell’umanità (in linea con l’ideologia hippie dominante all’epoca). “Driftingsun” (ascolta), permette al chitarrista di mostrarsi grande fan e allievo di Jimi Hendrix, usando tantissimo la leva del vibrato e vari pedali effettati. Non è sicuramente un brano di facile comprensione, soprattutto perché le ritmiche sono complesse ed elaborate. Molto interessante anche “Fly peolpe fly” (ascolta), ballata quasi strappalacrime, che parla di libertà e voglia di volare, volare verso l’infinito e in luoghi lontani dalla Terra e dai suoi abominevoli peccatori. Altra grande ballata è “Far away” (ascolta), dal ritmo lento e vagamente spagnoleggiante. In “This is mysong” (ascolta), compare uno dei primi esempi di chitarra incrociata tra Schenker e Roth, tecnica che la band riproporrà in tantissime canzoni del futuro e ispirerà la musica di gruppi importanti come Judas Priest e Thin Lizzy. Il testo è quasi una filastrocca, basato su due singole frasi che si ripetono in continuazione per tutta la durata del brano e cantate da Klaus in maniera impeccabile. Il momento più alto del disco si ha alla fine, con “Fly to the rainbow“, capolavoro della band e del rock tutto. “Fly to therainbow” (ascolta), inizia con un intro di chitarra acustica per poi sfociare in una vera e propria cavalcata, in cui dominano chitarre affilate come rasoi e distorte fin quasi all’inverosimile. Il tutto si chiude con un outro psichedelico che sembra un vero e proprio omaggio ai Pink Floyd e al kraut rock suonato da tanti connazionali della band e che proprio in quegli anni viveva in Germani il suo periodo d’oro. “Fly to the rainbow” è sicuramente uno dei capolavori degli Scorpions, un disco da ascoltare con la massima attenzione per non perdere nessun passaggio. Un disco da ascoltare se non altro per poter comprendere a pieno l’inizio della magnifica saga Scorpions. Al suo interno è custodito gelosamente il segreto per capire quella irrefrenabile voglia della band di fare musica “pensata” ma che, al tempo stesso, riesca ad entrare nella testa delle persone la prima volta che la si ascolta. Dopo “Fly to therainbow” la band produrrà altri ottimi dischi (“In trance“, “Virgin Killer“, “Taken by force“) destinati, più o meno, a rimanere nell’ombra. Tutto il resto, dagli anni ‘80 ad oggi, è leggenda.
Questo articolo fa seguito ad uno precedente (leggi). Avevamo promesso di seguire la delicata questione dei sussidi di disoccupazione ai lavoratori stagionali. Eccone gli sviluppi. Continueremo, comunque, a tenervi aggiornati!
Dopo la pubblicazione dei nuovi decreti attuativi del Jobs Act (D. Lgs. n. 148 e n. 150 del 2015), l’INPS, il 27 novembre scorso, ha diramato la Circolare n. 194, con misure importanti per i disoccupati e per gli ammortizzatori sociali a loro collegati. A cambiare è, innanzi tutto, la durata massima della NASpI: l’art. 43, comma 3 del D. Lgs. n. 148 del 2015, dispone la soppressione dell’ultimo periodo dell’art. 5 del D. Lgs. n. 22 del 2015, il quale prevedeva che, per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° gennaio 2017, la NASpI sarebbe stata corrisposta per un massimo di 78 settimane, ovvero un anno e mezzo. L’abrogazione dell’ultimo periodo del succitato articolo, comporta, pertanto, che anche in relazione agli eventi di disoccupazione che si verificheranno successivamente al 1° gennaio 2017, la NASpI potrà essere corrisposta, in proporzione al numero di settimane di contribuzione utile, presenti nel quadriennio di osservazione, per una durata fino ad un massimo di ventiquattro mesi. Il correttivo tanto atteso che, invece, dà sollievo alle pene dei lavoratori stagionali nel nostro paese, è contenuto nel comma 4 dell’art. 43 del D. Lgs. n. 148 del 2015. La norma, con esclusivo riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi tra il 1° maggio 2015 e il 31 dicembre 2015, prevede la non applicabilità del secondo periodo del comma 1 dell’art. 5 del D. Lgs. n. 22 del 2015, il quale stabilisce che, ai fini del calcolo della durata, non sono computati i periodi contributivi che hanno dato già luogo ad erogazione di prestazioni di disoccupazione, fruite negli ultimi quattro anni. Ne consegue che, qualora la durata della NASpI, calcolata sulla base delle disposizioni di cui all’art. 5 del richiamato decreto legislativo n. 22, risulti inferiore ai sei mesi, sono computati, ai fini della determinazione della durata della prestazione, i periodi contributivi che hanno dato già luogo ad erogazione delle indennità di disoccupazione ordinaria, con requisiti ridotti e di miniASpI 2012, fruite nel quadriennio di osservazione. Attenzione, la durata della NASpI così calcolata non può, in ogni caso, eccedere i sei mesi. L’INPS precisa che il calcolo dell’indennità NASpI, secondo quanto disposto dal richiamato art. 43, comma 4, deve essere effettuato ove la cessazione involontaria del rapporto di lavoro, che dia luogo alla domanda di NASpI, sia avvenuta con un datore di lavoro rientrante nei settori produttivi del turismo e degli stabilimenti termali. Trattandosi, dunque, di disposizione applicabile esclusivamente ai lavoratori del turismo e degli stabilimenti termali con qualifica di stagionali, l’INPS ha ritenuto necessario stilare una lista preliminare delle attività economiche di interesse e, di conseguenza, dei lavoratori destinatari della speciale modalità di calcolo della NASpI. In particolare, l’elenco comprende: alberghi e villaggi turistici, affittacamere e B&B; rifugi montani, colonie e ostelli della gioventù; stabilimenti balneari; bar e ristoranti (anche ambulanti); pasticcerie e gelaterie; tour operator; agenzie di viaggio; guide e accompagnatori turistici; stabilimenti termali. Tuttavia, non affrettatevi a stappare lo champagne! Trattasi sicuramente di misure molto positive, ma i cui vincoli sono piuttosto stringenti. In primo luogo, come già detto, si tratta di una misura correttiva, che non avrà vita lunga: come si legge chiaramente dal dettato normativo, infatti, il nuovo calcolo riguarderà solamente gli eventi di disoccupazione verificatisi tra il 1° maggio e il 31 dicembre 2015. Quindi, nelle more di una modifica strutturale o di un nuovo correttivo, agli stagionali che perderanno il lavoro nel 2016 si applicherà la regola generale. Non bastasse a smorzare gli entusiasmi, vi è un altro vincolo, più forte, che è il “solito” di bilancio: è stabilito che l’INPS dovrà provvedere al monitoraggio degli effetti finanziari, derivanti dall’applicazione della disposizione in argomento. Qualora si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alla previsione di spesa (32,8 milioni per il 2015 e 64,6 milioni per il 2016) si provvederà, con apposito decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, alla rideterminazione del beneficio in questione.
Fatico a trovare uno slargo. Tutti a chiedersi cosa si fa. Dove. In che senso. Perché. Abbozzi in un italiano sgorbiato qualcosa che non dia fastidio e non sottragga minuti preziosi a chi ti siede di fronte. Esatto, metti insieme due parole due, ma si vede lontano un miglio che quegli occhi già cercano altrove. Disinteresse e vuoto. Imbarazzo nelle frasi accartocciate. Labbra serrate sui nostri orridi inferni domestici, mani strette su spiccioli di felicità minuta, un deodorante nuovo, la pasta che ti sei cucinato, le bollette pagate in tempo. Meschini. Anzi no, castrati. Paralizzati automi da strapazzo, tutti i meccanismi inceppati. Fili scoperti, caduta della tensione. Niente che faccia più contatto. Nessuno che sappia più come oliare questi pezzi di ferro rosi dalla ruggine.
Proiezione del docufilm “Lucio Dalla e Sorrento – I Luoghi dell’Anima” (54’, sottotitolato in inglese), scritto, narrato e diretto da Raffaele Lauro. Saluti di benvenuto del priore della Confraternita del Ss. Rosario, Giulio Iaccarino. Introduzione alla proiezione di Riccardo Piroddi. Interventi conclusivi del sindaco di Masssa Lubrense, Lorenzo Balducelli, e del sen. Raffaele Lauro.
Certe volte alzo la testa a guardare la linea che divide le case dal cielo. E allora mi chiedo se ho vissuto abbastanza pienamente i giorni migliori della mia vita. Se ho fatto parecchio o avrei dovuto azzardare di più. Ci penso, certo. Ci penso perché oggi potrei morire. Perché ogni giorno potrei morire. Io un tempo me ne fregavo di questa cosa della morte. Oddio, neanche troppo a dire il vero; certamente però molto più di adesso. Ma gli anni sono passati. Non ci facevo caso granché, prima. Poi, piano piano, mi sono accorto che avevo preso ad accelerare i ritmi, con la sensazione crescente di non arrivare ovunque io abbia sperato di arrivare. E allo stesso tempo che mi stavo fermando. Su quella cazzo di linea. Quella che dicevo poco fa. Quella cazzo di linea che divide le case dal cielo.
Mi dici di essere a riva anche se siamo in mare. Ti porto allo specchio e ti costringo ad accettare. Sei tu quella sirena che prese Nettuno sul suo trono. Mi sorridi tristemente e la mia rabbia svanisce. La tua bocca di cartone scivola sul mio petto. Così, ci tuffiamo nel mare profondo e assaliamo il letto dell’oceano.
Presentazione del volume di poesie di Marco Russo “Qualcosa ha ancora più fame”, Graphisoft Edizioni, 2013. “Questo volume raccoglie poesie composte tra il 1998 e il 2012. Da un lato la verità vorace e distruttiva dello scorrere del tempo, dall’altro il tentativo di porvi un argine appartato e raccolto mediante la scrittura: l’esercizio spoglio e disadorno (lirico) che la poesia contrappone al ronzio velenoso e strisciante della dissoluzione; nessun altro scopo che intonare un possibile canto avverso al basso continuo del disfacimento. Cantare: voce del verbo salvare“. Relazione e intervista all’Autore di Riccardo Piroddi. Letture di Marilena Altieri. In conclusione della serata, il prof. Massimo Conte, amico della Libreria Indipendente, ha recitato alcuni suoi versi. Organizzazione generale e musiche di Mimmo Bencivenga, proprietario della Libreria Indipendente.