Archivio mensile:Febbraio 2016

Veri amici

 

Le persone che scegliamo di frequentare coincidono perlopiù con certe nostre fasi esistenziali, certi nostri periodi emotivi, passati i quali son passate anche loro. Probabilmente la vera tragedia dell’amicizia sta nella sua estrema difficoltà a durare, nella sua assai rara costanza attraverso gli anni. Alla fine i soli veri amici che abbiamo sono quelli che per ragioni misteriosissime hanno superato tutte le stagioni, bellissime oppure terribili, della nostra vita.

Patrick Gentile

 

 

Resistere

 

Resistenza. 
Resistere. 
Anche quando per dire
c’è una bora anarchica
maledetta assassina
puttana vigliacca 
chimica.
Che ti 
sbrana i ginocchi
e tu che dormivi
e poi ti sei svegliato
su un pezzo di ghiaccio
separato dal mondo.
Anche lì resistere. 
Non abbandonare cioè
sul fondo 
il sasso che è peso e 
immondo e tu allora
dici così mi trascina 
mi spinge più giù
mi porta sul fondo
adesso vado a picco.
Invece resistere 
stare dove stai dove 
ti mettono starci ma non starci così,
facendo finta che 
tutto va bene
invece è tutto che sa di 
merda, ma starci.
Starci comodo largo
vivere resistere
come non fosse
propriamente 
questo il fondo
ma il porto e lo scoglio
la rocca che dovevi difendere
che devi difendere.
Come fosse ieri 
e prima.
Che c’erano le mani.
C’erano mani.
Mani perdio mani.
Rimango.
Rimani.
Resto.
Resisto.

Patrick Gentile

 

 

 

L’ovvio

 

Bisognerebbe ragionare su ciò che è ormai ovvio. Su ciò che è scontato ma forse prima non lo era. Su quegli infiniti modi di vedere una cosa, via via diventati un solo modo. Scoprire attraverso gli anni come siano cambiate le nostre percezioni generali in fatto di questo, in fatto di quello. E accorgersi che l’ovvio è un’enorme conquista e al tempo stesso la più estrema disfatta.

Patrick Gentile

 

sandtime

 

 

Blue jeans

 

Trent’anni fa i jeans sgarrati al ginocchio erano anzitutto un fatto morale, più dell’imperativo kantiano, più del dover essere di Kundera. O ti rompevi i jeans o eri un piccolo borghese di merda. Lacerai talmente ad arte i Levi’s 501 chiari che Luigi mi aveva passato, da farlo pentire amaramente il sabato pomeriggio che li indossai per andarci in giro. Era il 1986 ma io volevo precorrere i tempi. E poi sapevo di avere Madonna dalla mia. Anche lei aveva i Levi’s 501 scorticati. E sapeva così tanto di libertà.
Poco fa da un portone è uscita una ragazzetta di vent’anni. Io guardavo i trifogli e Rugantino ci pisciava sopra. Anche lei gli sgarri al ginocchio. Quelli però che van di moda adesso. Senza sfilacciamenti, senza sbreghi. Bocche perfette. Che se ti siedi sbadigliano.

Patrick Gentile

 

c17fb8aa416802b8fb9dd88bdaa7e127-620x413

 

Ragazzini

 

I ragazzini hanno il broncio dei bulli. Fumano insieme passandosi l’accendino come fosse un coltello. Il mento in avanti, la fronte bassa, parlano brevi fissando la strada. Aprono Millenniun, cioè il libro di storia che i genitori gli hanno dovuto comprare un mese fa. Siccome oggi hanno il compito in classe fotografano le pagine sulla Controriforma direttamente col cellulare. Dopo ingrandiranno gli scatti. Dopo copieranno. E quindi andranno avanti. Scrollando le spalle. Attraverso gli anni. Fino a trovare uno straccio di lavoro e una donna disposta a ospitarli nella propria fica e a dargli dei figli. Quei figli che dopo di loro faranno nuove foto a nuovi libri di storia, forse alle pagine sull’Isis. E poi copieranno, prenderanno la sufficienza e andranno avanti. Scrollando le spalle. Lasciandosi dietro uno sciame lungo di sconfitte o magari pure di grandi traguardi, ripensando ai giorni delle loro sigarette, ai giorni delle mie sigarette. Ai soli giorni larghi e onesti in cui tutti noi fumammo pur qualcosa senza per questo avere i sensi di colpa.

Patrick Gentile

 

fumo-infantile-foto_theparentszone-com

 

Novembre

 

Amo da sempre i giorni corti di novembre. La città che si impasta in una frenesia di neon e negozi. Guarda qua, è tutto un gigantesco orto zeppo di fari, semafori, lampioni, insegne. Una giostra di piccole e grandi scintille. Il carosello elegante del glamour. E come si pavoneggiano adesso quelle vetrine. Roma non avrà le luci di Parigi, però qualche volta fra le guance secche dei larici si affaccia un rasoio di luna e nessuno ha paura dei lupi.

Patrick Gentile

 

images (2)

 

 

20 febbraio 2016. Sorrento. Libreria Indipendente

 

Presentazione del romanzo di Franco Cuomo, “Quell’estate psichedelica del ‘66”, Lampi di Stampa, 2006.
E’ stata l’occasione per discutere della Beat Generation, dei suoi poeti, dei suoi profeti e del passaggio dall’epoca Beat alla rivoluzione Hippy, anche attraverso l’ascolto della musica pshichedelica di quel periodo, direttamente dai dischi in vinile, sullo stereo della Libreria.
Ospite della serata, Alfonso Paesano (Stereo Classic) da Napoli, con una selezione dei suoi LP.
Introduzione e relazione di Riccardo Piroddi. Letture di Marilena AltieriMimmo Bencivenga e Franco Cuomo. Musiche selezionate da Alfonso Paesano. Riprese video di Antonino De Angelis (Indio). Fotografie di Daniela Ponticorvo. Organizzazione generale di Mimmo Bencivenga, proprietario della Libreria Indipendente di Sorrento.

 

Guarda il video
Guarda il video
Guarda il video

 

12742529_710235475780610_8988706158101379362_n

 

12728935_710239215780236_4394079628791943752_n

 

12742817_710233619114129_6453211297611681738_n

 

12744042_710233369114154_7671393450552613680_n

 

12745600_710234712447353_3212166727212577593_n

 

12745497_710233729114118_6103521866951746367_n

 

 

Addio, Maestro!

 


201221152847Umberto Eco (1932-2016)

 

Addio, Maestro! Nessuno potrà mai capire quanto la meditazione delle Tue opere mi abbia fatto amare la letteratura e mi abbia insegnato a scrivere. Con Te, se ne va anche un pezzo della mia storia spirituale. I tuoi semi, però, sono germogliati in me! Grazie di tutto!

 

“Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”.

 

 

A modo mio

 

Ogni tanto mi rendo conto di non saper usare questo social (Facebook) nei modi più invalsi. Non scrivo quasi mai di cronaca, che sia rosa o nera, o di politica. Non mi addentro mai nelle questioni del giorno, siano esse ricorrenze o argomenti in voga. Non adotto il linguaggio diffuso nei link e difficilmente mi pronuncio sulla religione o lo sport. Eppure so di dire la mia. Di dirla comunque. Anche se all’apparenza non sembro che il portavoce di me stesso. Credo dipenda dal punto di vista che alla fine uno ha. Io guardo la vita e il mondo. Ma non so raccontarli se non alla mia maniera. Cercando nel passato (a volte persino nel futuro) il buono e il cattivo di oggi.

Patrick Gentile

 

passato-presente-futuro

 

 

Prendersi il mondo

 

Nella vita devi imparare a giocare d’attacco. Se sai stare in difesa, ottimo, okay, capito, proteggi ciò che ti sta a cuore. Ma poi? Pensi sia finita lì? Il vero motore è nella motivazione che ti darai per mordere tutto lo spazio enorme che resta. Nell’innamorarti. Innamorarti, sì. Di una cosa qualunque, non importa cosa. Persone, alberi, una strada, un film, quella canzone. E poi dargli sotto. Se non pigli tu la palla finisci in panchina. E una vita in panchina è triste. Gli altri che giocano, tu in panchina. Alzati, allora. Alzati e ricordati di quando eri un cazzo di bastardissimo ragazzino e abbaiavi e davi calci e non volevi prenderti solo il campo. Ma il mondo.
(A tre amici miei. O quattro).

Patrick Gentile

 

bambino-aggressivo1