È sufficiente passare qualche ora a Weimar, visitare la casa in cui visse e farsi conquistare dello magia del luogo per avvertire in che modo Friedrich Schiller ha saputo incarnare lo spirito liberale e borghese di quella Germania che poi verrà spazzata via dalla reazione nazionalista successiva all’invasione napoleonica…
L’attuale modello di potere sembra ridotto alla pretesa di vendere, come se fosse una scienza, l’ideologia corruttrice della vita nobile. La transizione, quindi, tra il vecchio e il nuovo regime è caratterizzata dalla sostituzione delle oligarchie dell’onore con quelle del denaro, in modo che il mondo attuale contempli l’egemonia dei neoplutoi o nuovi ricchi, quelli privi di nobiltà, consci del fatto che la vera dignità umana sia crittografata nella capacità e nel piacere che provoca fare del bene. Dal confronto tra i paradigmi teorici e ideologici, l’autore evidenzia come il paradigma classico si basi sui consistenti studi empirici dei ricercatori dell’Accademia platonica e del Liceo aristotelico mentre il paradigma moderno è ideologico, non scientifico e valutativo, poiché il suo obiettivo fondamentale è quello di giustificare la conservazione della vita dormiente e passiva, vita che Benjamin Constant chiama “di godimenti”. Patricio Marcos sottolinea che nel mondo moderno la vecchia scienza o conoscenza politica è designata col nome di “filosofia politica”, fingendo si tratti di un inutile, obsoleto orpello, in chiara contraddizione con quel tipo di conoscenza costruita dagli antichi saggi. Infatti, Platone, ad esempio, non titola i suoi dialoghi “Filosofia della Repubblica” ma “Repubblica”, non “Filosofia delle Leggi” ma, semplicemente, “Leggi”. Questo sforzo di denigrare la scienza politica antica si manifesta anche nelle caratteristiche che oggi vengono attribuite all’autentica scienza politica, che è antifilosofica, antivaloriale e si basa sulla quantificazione e su dati concreti; questo atteggiamento, però, ignora che la vecchia scienza politica non è “valoriale”, perché si basa su una molteplicità di indagini storiche su individui e popoli. Finché è scientifico, il suo interesse è di dare un resoconto completo delle idee sulla felicità e, fondamentalmente, come si intersechino le contingenze storiche nell’organizzazione politica, sociale, economica e familiare dei popoli di tutti i tempi. L’opera, in due volumi, contiene 192 voci selezionate dalle opere di: Socrate, Platone, Aristotele e Alexis de Tocqueville. Ciascuna voce include i commenti di autori della democrazia liberale, che costituisce il modello moderno: americani quali Washington, Jefferson e Hamilton; inglesi quali Hobbes, Burke e Locke; italiani quali Machiavelli e Guicciardini; francesi quali Bodin, Montesquieu e Constant, e molti altri. Delle voci, 11 appartengono a Socrate, 32 ad Aristotele, 54 ad Alexis De Tocqueville e 95 a Platone. 1.420 pagine, che ripercorrono la storia della democrazia e ne analizzano ciascun aspetto, passando in rassegna e mettendo a confronto importanti questioni, nonché quanto di più importante è stato scritto sull’argomento. Si tratta di un’opera che potrà interessare tutte le scuole, le librerie e gli accademici nei settori della filosofia politica, della storia, del diritto, della sociologia, ma anche i politici e il pubblico in generale, in tutto il mondo. I saggi, ordinati in ordine alfabetico, contengono elementi teorici e ideologici di tutti gli argomenti relativi ai regimi democratici del mondo: contesto, origini, leggi, istituzioni chiave, cicli e spiega la loro diversità secondo i vari tipi di democrazia. L’opera definisce la democrazia in base alla classe sociale che prende e controlla il potere e descrive l’organizzazione istituzionale relativa. Compara anche i princìpi, le leggi e le istituzioni di altri regimi, in modo particolare delle varie forme di governo dei pochi (oligarchie), ma anche delle tirannie e delle monarchie. Esamina la ragion di Stato che conduce alla creazione, alla conservazione e alla distruzione delle democrazie; le fonti interne ed esterne che ne minacciano i vari generi e ciò che porta alla corruzione dei regimi popolari e delle rivoluzioni. Inoltre, vengono esaminati i vari modi di vivere con i loro usi, le loro abitudini e le loro caratteristiche. Patricio Emilio Marcos Giacomán insegna Filosofia e Scienza della Politica presso la Universidad Nacional Autónoma de Mèxico (UNAM). Ha effettuato i suoi studi di Economia presso l’Istituto Tecnologico di Studi Superiori di Monterrey; di Filosofia all’Istituto Superiore di Filosofia e di Psicoanalisi, presso la Facoltà di Pshycology di Lovanio, in Belgio; ha conseguito il Ph.D. in Scienze Politiche presso l’UNAM in Messico. E’ stato consulente del Governo messicano con diversi incarichi ed è autore di numerose pubblicazioni nei settori della politica, dell’economia e della filosofia tra i quali: Grandeza y decadencia del poder presidencial en México, 2015; La política de las reformas en México, 2015, La vida política en Occidente: pasado, presente y futuro, 2011; Diccionario de la democracia, 2010; Qué es democracia?Historia del ciclo político de Atenas del s. XIII al s. IV a.n.e., 1997; Psicoanálisis antiguo y moderno, 1993; Lecciones de política, 1990. La presentazione dell’opera, edita da Eurilink University Press, casa editrice dell’Università degli Studi “Link Campus University”, inserita nel dibattito dal titolo “Una bussola per orientarsi nelle democrazie del nostro tempo”, si terrà martedì 28 maggio, alle ore 17.00, presso l’Antica Biblioteca dell’Università degli studi “Link Campus University” di Roma. Parteciperanno Scotti, presidente della “Link Campus University”, Raffaele Galano, professore straordinario della “Link Campus University”, Vincenzo Diego Lazzarich, professore associato di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Giacomo Marramao, professore ordinario di Filosofia Politica presso l’Università degli Studi “Roma 3”, Giulio Tremonti, presidente Aspen Institute Italia, e Patricio Marcos, autore del Dizionario. Il dibattito sarà moderato da Marco Filoni, filosofo della politica e ricercatore presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Interverranno Alessandro Corbino, già professore ordinario di Istituzioni di Diritto Romano presso l’Università di Catania, Marco Emanuele, docente di Democrazia e Totalitarismi presso la “’Link Campus University”, Marco Morganti amministratore delegato Banca Prossima – Gruppo Intesa San Paolo, Jesus Ortega Martines, direttore di ‘”Sintropia”, Istituto di Studi Strategici e Politiche Pubbliche, Messico, Claudio Roveda, rettore della “Link Campus University”, Pasquale Russo, direttore generale della “Link Campus University”, e Claudio Vasale, professore straordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso la “Link Campus University’”.
Contrariamente a quanto si potrebbe credere (tra i più ottimisti) le teorie cospirative non sono un fenomeno circoscritto entro i limiti di una subcultura che rumoreggia lontana dal mondo accademico e dalla “cultura alta”. La struttura portante delle teorie cospirative si ritrova pressoché immutata anche in non poca letteratura filosofica, economica e sociologica, relativamente influente. Per fare solo un (facile) esempio, il plot complottista è non piccola parte dei libri di Michel Foucault editi da Gallimard…
Tra le mie mani la tua pelle diventa poesia. Quieta pittura, che mi riveste l’anima, vento leggero che accarezza i miei occhi Lascerai questo letto, presto, appiccando nuove fiamme dalla cenere.
Ogni artista, durante il suo percorso, crea già Arte nel momento in cui avvia un processo di riflessione su se stesso e l’Arte in sé. E così è accaduto con la Pittura a Carlo Carrà (Quargnento, Alessandria, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966). La sua formazione fu innanzitutto inusuale: cominciò a lavorare a 12 anni come imbianchino in una bottega del suo paese…
Negli ultimi trent’anni la convinzione che tutto quanto sia, a ben guardare, complesso si è diffusa come un’epidemia o – come direbbe Dawkins – si è rivelata un meme estremamente contagioso. Non c’è ramo del sapere che non ne sia stato influenzato. In ogni anfratto della conoscenza umana arriva il meme della complessità e modifica la percezione dei ricercatori, i quali gettano un nuovo sguardo ai propri modelli teorici e un attimo dopo si sentono obbligati a dire…