Nella prossima opera dello scrittore, saggista e giornalista russo Anatoly Voronin, sarà dedicato un ampio omaggio alla famosa danzatrice Violetta Elvin Prokhorova e alle bellezze naturali di Vico Equense, dove la grande artista, vedova Savarese, oggi 98 anni, dimora, nel Palazzo Savarese del suo compianto e amatissimo marito Fernando. L’omaggio sarà tratto dal romanzo biografico dello scrittore sorrentino Raffaele Lauro, “Dance The Love – Una Stella a Vico Equense”, pubblicato nel 2016, per le Edizioni GoldenGate di Roma. Il romanzo ripercorre tutta la parabola artistica di Violetta, dall’infanzia alla scuola di balletto del Bolshoi, da Mosca ai trionfi di Londra, nel Royal Ballet dell’Opera House di Covent Garden, fino all’approdo, per la scelta sentimentale, a Vico Equense. Una storia di bellezza, di arte e di amore, che ha affascinato Voronin e arriverà al pubblico moscovita e a livello internazionale. Nella corrispondenza intercorsa tra i due scrittori, Voronin tratteggia l’artista e la donna: “Send my warmest wishes to Donna Violetta, she is a wonderful woman. I was deeply impressed by her interview on Russian television”.
Violetta Elvin e Raffaele Lauro a Vico Equense (2016)
Violetta Elvin e Riccardo Piroddi a Vico Equense (2016)
È mia intenzione analizzare due casi concreti e molto particolari di exempla utilizzati da Aristotele nella Politica e, soprattutto, nel V libro, che è quello che presenta il più alto numero di notazioni storiche. I brani sui quali mi soffermerò riguardano Sardanapalo, il leggendario signore di Ninive, e Periandro, il tiranno di Corinto….
Admiring the great thinkers of the past has become morally hazardous. Praise Immanuel Kant, and you might be reminded that he believed that ‘Humanity is at its greatest perfection in the race of the whites,’ and ‘the yellow Indians do have a meagre talent’. Laud Aristotle, and you’ll have to explain how a genuine sage could have thought that ‘the male is by nature superior and the female inferior, the male ruler and the female subject’…
Francesco Mario Pagano fu una delle personalità più affascinanti e controverse della storia della rivoluzione napoletana del 1799. Intellettuale di altissimo spessore, allievo di Antonio Genovesi, acceso sostenitore delle riforme borboniche della seconda metà del Settecento e poi convinto rivoluzionario dopo il fallimento del dispotismo illuminato, Pagano fu, da buon illuminista, un pensatore eclettico. La sua opera può infatti essere studiata sotto diversi aspetti…
All’inizio degli anni Novanta la cultura europea reagì complessivamente con durezza al successo mediatico della tesi sulla “fine della storia”. Quella tesi lasciava, infatti, intravedere la fine dell’Europa stessa come coscienza “critica” dell’Occidente, quasi stesse per profilarsi all’orizzonte, dopo il crollo del muro di Berlino una pacificazione all’ombra del “pensiero unico” della globalizzazione neoliberista, guidata dall’unica – ormai – superpotenza mondiale…
Finalmente è stato pubblicato! Voglio raccontarvi una storia. Quando in casa editrice giunsero le prenotazioni del volume dalle librerie, sorpreso per l’alto numero delle stesse, non pensai affatto a me come autore ma piuttosto che, a circa 350 anni dalla morte, Spinoza avesse ancora un forte appeal editoriale. Riguardo questo mio ultimo libro, non mi attribuisco particolari meriti: non quelli dello studioso e neppure quelli del divulgatore. Una presunzione, però, la ho, sì! Quella di aver dimostrato, attraverso la meditazione delle dottrine di Spinoza, l’esistenza della via di uscita dalla melma politica nella quale è caduta, con l’Italia in testa, tutta la civiltà occidentale, ormai preda, fin dal basso, dell’odio verso l’acerrimo nemico politico e della supponenza di certune parti che si credono uniche depositarie di verità assolute espresse in cabina elettorale. Ecco ciò che contiene questo volume. Preferite, quindi, rimanere a rigirarvi nel loto politico italiano o provare a percorrerne la via d’uscita? Un tentativo che vale il prezzo di copertina!
Gulliver si trova a Brobdingnag, il paese dei giganti, dove i suoi compagni di viaggio lo hanno abbandonato in seguito a una violenta tempesta. Diventa ben presto intimo amico del re, uomo giusto, mite, tollerante, di cui Swift giustifica virtù così poco conformi alla regia funzione per il fatto che, vivendo egli completamente separato dal resto del mondo, ignora i costumi delle altre nazioni…
La filosofia di Bruno si snoda a partire da un assioma di proporzionalità enunciato da Aristotele e secondo il quale ciò che è generato è della stessa specie di ciò che lo genera (cfr. Metafisica VII, 7, 1032 a 23-24 e anche IX, 8, 1049 b). Se Dio è infinito, dunque, lo è anche l’universo. Forzando l’uso che il cristianesimo fece del testo aristotelico, Bruno, al contempo, mostra l’insufficienza della riflessione aristotelica che, rifiutando l’idea di un infinito in atto, rende impossibile affrontare la questione del rapporto tra Dio e l’universo…
La filosofia politico-morale di Hume è stata, spesso, messa in secondo piano rispetto alle innovazioni epistemologiche. Il nesso che lega epistemologia, morale e politica è stato oggetto di controversie che hanno favorito la collocazione dell’autore entro precise etichettature che non riflettono la complessità del suo pensiero. Il progetto di elaborare una scienza dell’uomo sufficientemente esaustiva…