Archivi giornalieri: 27 Giugno 2024

Eleonora d’Aquitania

Madre, musa e regina

 

 

 

Figura luminosa, donna di rara bellezza e di ancor più rara intelligenza, nata sotto i cieli azzurri della Francia meridionale, ha incarnato l’eleganza e la forza, una rosa in un mondo di spade e intrighi.
Eleonora, fiore d’Aquitania, la cui giovinezza fu nutrita dai versi dei trovatori, sorse e crebbe come un’aurora, illuminando le corti con il suo spirito ribelle e la sua mente acuta. Non solo una regina, ma una musa, ispiratrice di poeti e di guerrieri, il cui cuore batteva al ritmo delle antiche leggende e dei nuovi sogni di libertà.
Sposa di re e madre di sovrani, il suo destino la condusse dalle colline di Aquitania ai troni di Francia e d’Inghilterra. Moglie di Luigi VII, divenne regina di Francia, e, come una cometa, attraversò i cieli d’Europa, portando con sé una visione di cultura e raffinatezza. Ma il suo spirito indomito non poteva essere contenuto in un solo regno. Con il divorzio, trovò nuova luce nelle terre d’Inghilterra, accanto a Enrico II, divenendo regina e madre di uomini epici, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra.


Eleonora, promotrice dell’amore cortese, protettrice dei trovatori e delle arti, riuniva attorno a sé corti brillanti, dove l’intelletto e il coraggio erano riveriti, dove le donne trovavano una voce e gli uomini un ideale.
Ma non fu solo nella lì che ella brillò. Anche nelle ombre della prigionia, trovò la forza della resistenza e, nei momenti più oscuri, la sua determinazione non vacillò mai. Quando le catene avrebbero potuto spezzare il suo spirito, rimase un faro di speranza e di tenacia.
Eleonora d’Aquitania, la cui vita fu un arazzo di passione, potere e poesia, insegna a noi cittadini del XXI secolo che la vera regalità risiede nel cuore e nella mente e che una donna può essere tanto guerriera quanto saggia, madre e musa, regina e anima libera.
In un mondo dominato dagli uomini, Eleonora divenne leggenda, il suo nome sussurrato nei corridoi del tempo, un’eco di ciò che una donna può essere quando si lascia guidare dal fuoco interiore e dall’inesauribile sete di libertà e giustizia.

 

 

 

Il Canto V del Paradiso

 

di Carmela Puntillo

 

 

LEZIONE DEL CENTRO SCALIGERO DEGLI STUDI DANTESCHI

CANTO V DEL PARADISO: SPIEGAZIONE E COMMENTO

15/02/2021

 

 

Il canto V inizia riprendendo il discorso di Beatrice sulla teoria del voto che era stato impostata nel canto precedente: peraltro, anche a questo canto non può negarsi una sua architettura, una sua propria autonomia, che già si rileva nella stessa coloritura espressiva e nei procedimenti retorici. Prima di definire la quaestio del voto Beatrice si preoccupa di descrivere la sua condizione interiore in questo particolare momento dell’ascensione paradisiaca, mettendola in relazione con lo stato d’animo in cui si trova il suo fedele (vv. 1-12)…

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