Una lunga estate

 

Passati gli esami di quinta elementare trascorsi un’estate tra le più lunghe e solitarie. Fu lì che mi accorsi dello spuntare dei primi peli isolati. Avrei voluto vomitare. Invece seguitavo a scrutare fra i tetti, verso una croce azzurra e lontana, in mezzo alle antenne, oltre le cime degli alberi di fronte. Dietro quegli alberi si celavano le grida dei ragazzini, i calci duri e potenti dati al pallone, le risate sguaiate, la sfrontatezza. Mi torcevo il lembo della canottierina, l’elastico di quelle odiose mutandine bianche. E non riuscivo a vedere. Non riuscivo, dannazione. Non ci sono riuscito, cazzo. Non ce l’ho fatta. Avrei dovuto buttarmi di sotto allora, scavalcare il vialetto del garage, arrampicarmi sul selciato, superare il ciliegio e vedere cos’era. La maledetta vita.

Patrick Gentile

 

Verso-Santiago

 

 

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