Automi

 

Fatico a trovare uno slargo. Tutti a chiedersi cosa si fa. Dove. In che senso. Perché. Abbozzi in un italiano sgorbiato qualcosa che non dia fastidio e non sottragga minuti preziosi a chi ti siede di fronte. Esatto, metti insieme due parole due, ma si vede lontano un miglio che quegli occhi già cercano altrove. Disinteresse e vuoto. Imbarazzo nelle frasi accartocciate. Labbra serrate sui nostri orridi inferni domestici, mani strette su spiccioli di felicità minuta, un deodorante nuovo, la pasta che ti sei cucinato, le bollette pagate in tempo. Meschini. Anzi no, castrati. Paralizzati automi da strapazzo, tutti i meccanismi inceppati. Fili scoperti, caduta della tensione. Niente che faccia più contatto. Nessuno che sappia più come oliare questi pezzi di ferro rosi dalla ruggine.

Patrick Gentile

 

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