Parte V
Il Mediterraneo e la geopolitica dell’immigrazione
La geopolitica dell’immigrazione, collegata direttamente alle dinamiche demografiche, rappresenta, nel “Mediterraneo allargato”, un altro elemento, non secondario, di instabilità. Studi recenti delle Nazioni Unite hanno messo a raffronto le dinamiche demografiche dei paesi mediterranei della sponda nord (Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia) con quelle dei paesi mediterranei della sponda sud (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, oltre a Libano, Israele, Giordania e Turchia). Risulta evidente che la popolazione dei primi è in netta caduta, mentre quella dei secondi cresce nel tempo. Il divario raggiungerà, secondo le proiezioni, il 65% entro il 2017, capovolgendo i dati del 1975. Considerando il differenziale economico tra i paesi di origine e i paesi di destinazione, che si affacciano sul bacino mediterraneo, il flusso emigratorio sarà sempre più elevato e non subirà, a breve, alcun rallentamento, anche per la quasi assenza, nonostante le proposte italiane, di una politica unitaria europea dell’immigrazione. La spinta ad emigrare nasce dall’aspirazione a migliorare le proprie condizioni di vita, quando non si tratta di fuga dalla fame, dalla povertà e, non di rado, da guerre e da persecuzioni etnico – religiose. Un aspetto di complicazione riguarda la provenienza da paesi musulmani della maggior parte degli immigrati. Quanto premesso, lascia prevedere che il “Mediterraneo allargato”, nei prossimi decenni, sarà interessato da grandi trasformazioni degli assetti politici, economici, demografici e culturali, con una prevalenza della sponda Sud, caratterizzato da una vera esplosione demografica e delle classi giovanili, su quella Nord, dominante per secoli, caratterizzata da un invecchiamento progressivo della popolazione, a causa del basso numero delle nascite e dall’allungamento della durata media della vita. Sul piano geostrategico, gli effetti sono prevedibili: sulla sponda Nord, trasformazione progressiva della composizione etnica delle popolazioni degli Stati europei ed annacquamento delle vecchie identità nazionali; continue tensioni, a carattere socio-culturale e etnico – religioso, nelle realtà urbane europee e nelle periferie delle stesse e fenomeni di destabilizzazione politica; sulla sponda Sud, fenomeni di destabilizzazione politica, disoccupazione giovanile, urbanizzazione, contestazioni, carenza alimentare e scarsità di risorse idriche.