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12ᵃ Puntata: Il Rinascimento, Firenze dopo Lorenzo
il Magnifico e Niccolò Machiavelli
Modelli della grecità in Shiller e Hegel
di
Cinzia Ferrini
Scopo di questo contributo non è di mettere in rapporto una visione poetica e una concezione filosofica di uno specifico aspetto dell’antichità classica, ma di proporre su tale tema un confronto fra Schiller ed Hegel che si ponga su uno stesso piano teorico. Un simile intento richiede qualche parola preliminare sulla comune unità di misura che si intende proporre fra i due, e che sarebbe difficile stabilire se si assumesse l’ipotesi che Schiller fosse stato un poeta che indulgeva nel vezzo di filosofeggiare…
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)
11ᵃ Puntata: La Roma dei papi nel ‘400, Ferrara,
gli Estensi e Matteo Maria Boiardo,
Napoli, gli Aragonesi e i letterati partenopei
Cosa rimane dell’anima
di
Antonio Martini
Nel Fedone di Platone, tra i vari concetti presi in esame, c’è quello di anima. Per chi non si occupa di filosofia questo termine potrebbe risultare obsoleto o mistico, in quanto nella nostra società non viene più usato, se non in alcune religioni. Ma perché non si parla più di anima e da che altra idea è stata rimpiazzata?
Platone (428/427 a.C.–348/347 a.C.)
Il triste Dio dei moderni
di
Valentina Gaspardo
Solo in apparenza il moderno ha dismesso le vesti del credente. Il suo dio è il più crudele mai esistito; la sua filosofia la più distruttiva di sempre. La religiosità odierna produce i suoi dogmi, benché invisibili agli occhi positivisti e nichilisti dell’innovazione tecnologica e del self-made man…
10ᵃ Puntata: L’Umanesimo, signorie e principati, Firenze,
i Medici e il circolo letterario dei Medici
Come stranieri a noi stessi: tra dimensione fenomenica
e tensione all’ulteriorità.
Note su ontologia e politica in Kant
di
Lucia Nocentini
Parlare di fenomenicità dell’ente pensante significa riconoscere che il soggetto può in definitiva riflettersi solamente nella cosalità, vale a dire indirettamente; ed è di conseguenza, intrinsecamente scisso, estraniato. In tal senso si può dire che si è come “stranieri a se stessi”; e lo si è tanto più allorché ci troviamo di fronte altri soggetti, che proprio in quanto “interiorità”, ci sfuggono dunque interamente e ai quali a nostra volta sfuggiamo…
9ᵃ Puntata: Giovanni Boccaccio
L’ambigua universalità dei diritti
di
Alessandra Algostino
Il manifesto dei diritti dell’uomo, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, muove dal «riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, e dei loro diritti uguali e inalienabili». Il concetto di “dignità” dell’uomo, da un lato, appare ormai oggetto di un riconoscimento millenario, e, dall’altro, rappresenta un principio, che, se pur espresso in modi differenti, è trasversale rispetto a varie culture…
Lo spinozismo in Goethe e Hölderlin
di
Alessandro Sangalli
Nella prima metà degli anni ‘80 del XVIII secolo, quando nelle sue lettere Sulla dottrina di Spinoza Friedrich Heinrich Jacobi comunicò a Moses Mendelssohn – e a tutto il mondo culturale tedesco – che Lessing, poco prima di morire, gli avrebbe confidato di condividere le posizioni panteistiche del filosofo olandese, lo scalpore suscitato andò forse al di là delle intenzioni originali dello stesso Jacobi. Se il suo obiettivo era stato infatti quello di denunciare il panteismo spinoziano e il pericolo costituito dall’ateismo in esso nascosto…