Trascorriamo ogni nostro attimo presente a domandarci cosa ci riserva il futuro; domandiamo al nostro passato il perché del nostro presente; e, in ultimo, domandiamo a ciò che definiamo futuro quel che sarà di noi al di là dell’unica certezza che abbiamo. Nell’atto stesso del porre la domanda, immediatamente spostiamo l’attenzione oltre il momento stesso del domandare, proiettando la nostra mente avanti o indietro…
Il politicamente corretto, o politically correct per chi preferisce l’inglesismo, è un argomento spinoso su cui sembra non esserci un punto di accordo comune e pienamente condivisibile. Analizzeremo alcuni esempi per provare a comprendere quando è legittimo, quindi effettivamente “corretto” e quando, gridando in suo nome, si scade nel ridicolo.
Anno 1785, Francia, carcere della Bastiglia. Queste le coordinate geografiche e temporali di una delle più celebri opere di Donatien-Alphonse-François de Sade (1740-1814): Le 120 giornate di Sodoma (Les Cent Vingt Journées de Sodome ou l’École du libertinage). L’opera, rimasta incompleta nella sua stesura ma ultimata nella configurazione, fu rinvenuta un secolo dopo nello stesso carcere e il primo commento critico fu formulato da uno psichiatra, il medico Iwan Bloch, che vi trovò un ottimo spunto di indagine scientifica…
Più scienziato che filosofo, Cartesio in realtà ha strumentalizzato la filosofia in favore della scienza, perché ha diviso il pensiero dalla materia per facilitare l’analisi delle cose dal punto di vista scientifico. Si tratta del suicidio della filosofia, perché pensiero e materia non possono essere divise. Questo problema è stato risolto da Spinoza, che aveva ben altra tempra di filosofo, che ha riunito i due attributi nell’unità della sostanza, che, dotata di infiniti attributi, e quindi anche di pensiero ed estensione, che sono la stessa cosa. In fondo Spinoza segue l’intuizione di Parmenide, dell’identità di pensiero e materia…
Come esplicita Wittgenstein, «Il lavoro filosofico è propriamente – come spesso in architettura – piuttosto un lavoro su se stessi. Sul proprio modo di vedere. Su come si vedono le cose. (E su che cosa si pretende da esse)»…
Rintracciare attraverso una ricerca filosofica archeologica i momenti decisivi della dialettica tra immanenza e trascendenza e perciò tra politico e religioso è la missione che Matteo Negro, professore ordinario di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Catania, si riserva di compiere nelle pagine del suo ultimo libro dedicato all’intreccio tra Spazio pubblico e trascendenza (Studium, Roma 2020)…
Secondo Sossio Giametta, intervistato nel maggio 2021, La ginestra parla della filosofia pessimistica di Giacomo Leopardi. Leopardi può dirsi l’antitesi di Dante, perché Dante pur avendo avuto una vita difficilissima ha sempre conservato una visione positiva della vita a differenza di Leopardi…
Massimo Cacciari espone i punti fondamentali della lezione magistrale La fine dell’arte, tenuta al Festival della Filosofia di Modena 2017 – Le forme del creare. L’idea della morte dell’arte, attribuita a Hegel, è stata equivocata in infiniti modi. Hegel, in realtà, non parla mai propriamente di fine dell’arte, ma dell’ingresso in un’epoca in cui la rappresentazione artistica si fa così pregna di elementi concettuali da perdere ogni immediatezza…
Miseri piaceri privatistici di oggi sacrificano il piacere di imprese future e di un mondo nuovo, verso il quale solo la forza temeraria del pensiero filosofico può muovere…
È una domanda intima e viscerale, perché tutti soffriamo, e per questo è anche un interrogativo universale; perché il dolore, il lutto, l’ingiustizia e ciò che consideriamo “contrario al bene” accadono di continuo e inesorabilmente. Perfino se tutte le nostre fatiche, progetti, intenzioni affermano di puntare al bene e al progresso. Come hanno risposto le correnti filosofiche, i grandi pensatori e le religioni alla domanda perché il male?