Il confine tra arte e semplice poiesi è fin troppo labile. L’arte è negli occhi di chi guarda, a patto che questi siano opportunamente guidati dall’artista.
Thomas Hobbes (1588-1679) così scrisse nel “Leviathan” (1651): “La sapienza si acquista non leggendo i libri, ma esaminando gli uomini“. Sono fortemente persuaso della veridicità di tale affermazione. È straordinario, infatti, pensare che un essere, a me simile, possa diventare, per me, fonte di conoscenza. E’, invece, divino, esser certo che il sommo della conoscenza, per me, sia rappresentato da una creatura, conforme a me soltanto perché fatta della mia stessa materia corporea, ma con una sostanza spirituale di gran lunga superiore. Ecco perché ritengo che il più alto grado di conoscenza che un uomo possa acquisire sia il poter guardare la realtà attraverso gli occhi di una donna. Le categorie mediante le quali io percepisco la realtà, oltre ai concetti di spazio e tempo, come ritenne Kant, sono i suoi occhi meravigliosi…
Un libro è un bacio clandestino. È odore soffocante di donna, è un’ora di passione affamata, è il piacere a lungo cercato. Un libro è un atto d’amore solitario, è un amplesso furtivo. Un libro è godimento insaziabile. Io amo i libri. I libri sono le mie puttane!
Chi si affida ad un ghost writer per appagare la propria bramosia di scrittura è come un uomo che, per soddisfare la propria donna, chieda ad un altro, pagandone la prestazione e il silenzio, di possederla!