Avendo nell’umano il nuovo sacro, l’arte, e in particolare la poesia, sembrano destinate a occuparsi dell’ordinario. Come possono farlo, senza cadere nel prosaico? Quali difficoltà presenta, almeno da un punto di vista hegeliano, questo compito?
Massimo Cacciari espone i punti fondamentali della lezione magistrale La fine dell’arte, tenuta al Festival della Filosofia di Modena 2017 – Le forme del creare. L’idea della morte dell’arte, attribuita a Hegel, è stata equivocata in infiniti modi. Hegel, in realtà, non parla mai propriamente di fine dell’arte, ma dell’ingresso in un’epoca in cui la rappresentazione artistica si fa così pregna di elementi concettuali da perdere ogni immediatezza…
Edward Hopper è un artista inclassificabile. Per quanto interprete e maggior esponente del Realismo americano, i suoi dipinti sono atemporali rappresentazioni dell’animo umano e delle domande che pendono quotidianamente sulla nostra esistenza…
Attraverso l’arte oggi si può esprimere la nostra voce più segreta, quella che spesso non trova spazio nella quotidianità, ci permette e promette di lasciare una traccia eterna della nostra storia, di ciò che siamo e cosa la vita ci ha insegnato. Nella pittura del Seicento si inizia a manifestare questo spiraglio di soggettività, al contrario dei movimenti artistici precedenti in cui regnavano il classicismo, le regole, la bellezza fatta di proporzioni e canoni. L’arte, ed in particolare la pittura, in questo periodo è fatta di luci e di ombre, proprio come la vita di Artemisia Gentileschi…
Intemperante e scostante, Jackson Pollock è il maggior esponente dell’Action Painting, che potremmo tradurre come “pittura d’azione”. La sua vita sregolata, stroncata da un incidente d’auto, si riallaccia a quella degli artisti bohémien della belle époque o dei primi anni del Novecento…
All’inizio ti senti mancare il terreno sotto i piedi: Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia, la mostra che il Palazzo Palazzo Reale di Milano ha ospitato dal 21 febbraio al 24 giugno 2018, proietta direttamente nel pieno della vita dell’artista tedesco, all’anno 1504, quello del suo viaggio documentato in Italia…
Michelangelo, Raffaello, Antonello da Messina, Botticelli sono alcuni dei “pazienti” sottoposti alla diagnosi di un medico specialista, in prima linea nell’emergenza da Covid-19.
Se l’arte è anche catarsi della sofferenza, conforto dell’anima oltre che diletto per gli occhi, in questo nostro tempo di malattia e morte siamo andati in cerca di esempi di opere d’arte in cui la patologia, sublimata, ha cessato di coniugarsi con il dolore. La malattia diventa elemento che partecipa di un esito squisitamente armonico, e perciò classicamente “bello”,
Certe donne rifuggono con ogni mezzo dagli schemi di un’esistenza banale e riescono nell’arduo compito di forgiare la propria vita secondo i propri parametri e la propria personale gerarchia di valori: la marchesa Casati è stata una figura quasi mitologica, ribelle ad ogni diktat, anticonformista ed iconica…
Non vi sono cieli azzurri a Milano. Prevale l’oro, nella pur bellissima mostra allestita a Palazzo Reale, dedicata a Giotto, negli stessi spazi dove negli anni finali della sua vita (attorno al 1335-36) l’artista eseguì per Azzone Visconti una serie di dipinti murali oggi purtroppo perduti. Mostra pensata per accompagnare le settimane conclusive dell’Expo ma, a differenza di altre, studiate per trovare collegamenti diretti coi temi della nutrizione e dell’alimentazione…
Modigliani amava le donne. Le amava molto, in modo fervido e passionale e aveva uno spasmodico bisogno di dipingerle per possederne, per così dire, l’anima. Gilberte, Maud, Thora, Elvire, Margherita, Marie, Lucienne, Gaby. Per non parlare di Beatrice Hastings e di Jeanne Hébuterne…