While reading Piracy, Adrian Johns’s lucid but episodic history of the theft of words and ideas, I learnt that the Enlightenment philosopher Immanuel Kant once wrote an essay, little known today, explaining why it was unethical to counterfeit books. Since I was at home rather than a library when I encountered this fact...
A ogni studioso delle materie giuspubblicistiche, se passasse in rassegna gli indici dei manuali giuridici che all’intero dell’Accademia, ancora fino a pochi anni fa, furono tra i più diffusi, non potrebbe non apparire evidente una loro caratteristica. Questa peculiarità, si ritiene, sia in grado di accomunare queste opere scientifiche a prescindere dal loro specifico ambito disciplinare. Esse vedevano tutte una comune partizione in una introduzione…
L’attuazione della “via italiana al federalismo”, come delineata nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione, ha presentato nel tempo numerose problematiche, sulle quali politici, studiosi di diritto ed operatori di settore hanno concentrato la propria attenzione, senza però trovare, almeno per ora, soluzioni puntuali e unanimemente condivise; dal riparto di materie tra Stato e Regioni alla devoluzione di funzioni amministrative e delle connesse risorse finanziarie…
Il superamento del bicameralismo perfetto è da molto tempo al centro del dibattito italiano sulle riforme costituzionali. Le ragioni di tale centralità sono, nella sostanza, due…
Sembrava sepolto nel dimenticatoio delle categorie politiche destinate a sicura obsolescenza e, invece, il paternalismo ha conosciuto nelle ultime tre decadi, soprattutto negli Stati Uniti per opera di economisti e giuristi, un inaspettato revival. Declinato in molte varianti1, talune anche fantasiose e stravaganti, ma sempre coniugato, non senza acrobatismi dialettici, con il liberalismo e la democrazia. E qui risiede l’equivoco da chiarire. Prima, però, occorre chiarire un altro punto, relativo all’uso del termine. Anzi, all’abuso…
Democrazia a Roma? Alla risposta di Moses I. Finley (nel saggio che aprì – o riaprì – il dibattito sul confronto fra «la democrazia degli antichi e dei moderni») bastavano le poche righe di una footnote: «The Romans discussed democracy, too, but what they had to say has little interest. It was derivative in the worst sense, derivative from books alone, since Rome itself was never a democracy by any acceptable definition of that term, though popular institutions were incorporated into the oligarchic governmental system of the Roman Republic»; insomma, «Roma non fu mai una democrazia».
All’inizio degli anni Novanta la cultura europea reagì complessivamente con durezza al successo mediatico della tesi sulla “fine della storia”. Quella tesi lasciava, infatti, intravedere la fine dell’Europa stessa come coscienza “critica” dell’Occidente, quasi stesse per profilarsi all’orizzonte, dopo il crollo del muro di Berlino una pacificazione all’ombra del “pensiero unico” della globalizzazione neoliberista, guidata dall’unica – ormai – superpotenza mondiale…
Chi leggesse soltanto il frontespizio del libro di Antonella Besussi potrebbe essere indotto, vista la forte risonanza mediatica di quel dibattito, a collocarlo nel contesto del cosiddetto «nuovo realismo». Disputandum est nasce però, oltre che da un lavoro di ricerca del tutto indipendente, dall’insoddisfazione per le tesi di un’importante corrente in filosofia politica, quella dei liberali contemporanei raccolti (più o meno fedelmente) attorno al progetto di Liberalismo politico di John Rawls…
La complessa e spesso travagliata storia della costruzione dello stato moderno oggi può essere riletta come il compimento di un destino ‘tragico’, un destino che ci sta di fronte come uno degli esiti estremi della parabola segnata da quella forma di riorganizzazione della vita collettiva che siamo abituati a chiamare ‘secolarizzazione’. Che cosa significa affermare che nella modernità lo stato ha interpretato una figura del ‘tragico’? Anzitutto, è importante precisare che in questo caso il termine “tragedia”…
Da Roma a Roma. Dal 25 marzo 1957 al 29 ottobre 2004. A distanza di quarantasette anni il cammino dell’attuale Unione Europea si è ricongiunto con i luoghi dove ebbe avvio con i Trattati istitutivi della CEE e dell’Euratom. Identica Sala, quella degli Orazi e Curiazi in Campidoglio, differente addobbo paesaggistico. Non soltanto per le opposte condizioni climatiche, pioggia battente la prima volta, solare appendice di una calda estate la seconda…