Archivi categoria: Filosofia

La scienza dell’espressione infinita

 

di

Maurizio Morini

 

 

Borges, nei celebri versi dedicati a Spinoza, lo esprime in modo efficace ed evocativo: «Qualcuno costruisce Dio nella penombra». Non è stato il solo, fortunatamente. Chi, rifiutando l’idea del cristallo o della cattedrale di ghiaccio, cioè come un complesso chiuso e definitivo, ha considerato la filosofia di Spinoza come un sistema nel suo formarsi, è stato un giovane studioso italiano, Fausto Meli, vissuto negli anni tra le due guerre mondiali e scomparso in modo prematuro a soli 22 anni…

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Baruch Spinoza (1632-1677)

 

 

 

 

Thymos, l’ira che scuote il petto e la mente degli uomini

 

di

Maurizio Morini

 

 

La parte irascibile, che Platone aggiunge alla parte razionale e a quella concupiscibile dell’anima, è sempre stata considerata in modo residuale rispetto alle altre due. Già il significato etimologico del termine greco che la designa, thymos, indica in generale l’animo, l’emozione, la forza che deriva da un moto interiore che, come il fumo, evapora con la stessa rapidità e indistinzione con la quale era emerso…

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L’inconsistenza del mondo.
In viaggio attraverso l’illusione, il nulla, la meraviglia

 

di

Gabriele Zuppa

 

 

Giacomo Leopardi e Friedrich Nietzsche nel farci vibrare l’animo e tremare i polsi hanno raggiunto una delle vette di quel percorso radicale della filosofia moderna in cui ancora ci troviamo, sospesi nel multiverso della nostra coscienza, la quale da spazi nichilistici annuncia: “aspettatevi di tutto”…

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Sulla necessità della metafisica

 

di

Fausto Trapletti

 

 

La ricerca filosofica si è da sempre declinata in diverse forme, che si possono osservare più o meno e variamente correlate fra loro a seconda dei momenti storici che si prendono in esame. Per molta parte della storia del pensiero, la metafisica, essa stessa eterogeneamente definita, occupava il cuore e il vertice della disciplina filosofica…

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Piet Mondrian, “Broadway Boogie Woogie”, 1942-43

 

 

 

 

Baruch Spinoza sull’inutilità dell’uccisione del tiranno

 

di

Eleonora Travanti

 

 

Nel 1670, quando Spinoza pubblica anonimo il Tractatus theologico-politicus, l’Europa è già stata teatro di interminabili guerre di religione nate dalle tensioni politiche tra cattolici e protestanti, negli anni che immediatamente seguono prima la Riforma, poi il Concilio di Trento. Appena due anni dopo, nell’estate del 1672, Spinoza assiste sgomento alla «orrenda uccisione» dei fratelli de Witt, fatti a pezzi da una folla inferocita di orangisti…

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Baruch Spinoza (1632-1677)

 

 

 

L’estetica del sognatore: Le notti bianche di Dostoevkij

 

di

Stefano Veramonti

 

 

Il sognatore è una figura molto cara alla letteratura. In questo articolo proveremo a capire perché l’esperienza del sognatore, prendendo come esempio il protagonista delle Notti Bianche di Dostoevskij, possa essere considerata un’esperienza estetica…

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Edvard Munch, “Notte bianca” (1901)

 

 

 

Modelli della grecità in Shiller e Hegel

 

di

Cinzia Ferrini

 

 

Scopo di questo contributo non è di mettere in rapporto una visione poetica e una concezione  filosofica di uno specifico aspetto dell’antichità classica, ma di proporre su tale tema un confronto fra Schiller ed Hegel che si ponga su uno stesso piano teorico. Un simile intento richiede qualche parola preliminare sulla comune unità di misura che si intende proporre fra i due, e che sarebbe difficile stabilire se si assumesse l’ipotesi che Schiller fosse stato un poeta che indulgeva nel vezzo di filosofeggiare… 

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)

 

 

 

Cosa rimane dell’anima

 

di

Antonio Martini

 

 

Nel Fedone di Platone, tra i vari concetti presi in esame, c’è quello di anima. Per chi non si occupa di filosofia questo termine potrebbe risultare obsoleto o mistico, in quanto nella nostra società non viene più usato, se non in alcune religioni. Ma perché non si parla più di anima e da che altra idea è stata rimpiazzata?

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Platone (428/427 a.C.–348/347 a.C.)

 

 

 

 

Il triste Dio dei moderni

 

di

Valentina Gaspardo

 

 

Solo in apparenza il moderno ha dismesso le vesti del credente. Il suo dio è il più crudele mai esistito; la sua filosofia la più distruttiva di sempre. La religiosità odierna produce i suoi dogmi, benché invisibili agli occhi positivisti e nichilisti dell’innovazione tecnologica e del self-made man…  

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Come stranieri a noi stessi: tra dimensione fenomenica
e tensione all’ulteriorità.
Note su ontologia e politica in Kant

 

di

Lucia Nocentini

 

 

Parlare di fenomenicità dell’ente pensante significa riconoscere che il soggetto può in definitiva riflettersi solamente nella cosalità, vale a dire indirettamente; ed è di conseguenza, intrinsecamente scisso, estraniato. In tal senso si può dire che si è come “stranieri a se stessi”; e lo si è tanto più allorché ci troviamo di fronte altri soggetti, che proprio in quanto “interiorità”, ci sfuggono dunque interamente e ai quali a nostra volta sfuggiamo…

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Immanuel Kant (1724-1804)