Gli Eroici Furori, dialogo apparso dopo quelli cosmologici (L’infinito e La causa) e quelli etico-civili (lo Spaccio), è la grande opera di Bruno sull’amore. Come aveva scritto nell’ultimo degli articoli in Theses de Magia: «Tutte le passioni e i vincoli della volontà si riducono e si riferiscono a due, vale a dire all’odio e all’amore; ma l’odio si riduce all’amore e così l’unico vincolo della volontà è l’amore…
L’approccio presocratico ad un dispiegamento ciclico del tempo e dello svolgersi degli eventi ci pone di fronte alcuni interrogativi fondamentali sui quali noi, uomini occidentali contemporanei, dovremmo riflettere tenendo bene in mente la lezione degli antichi: il nostro rapporto con il tempo, che consideriamo prezioso e che conserviamo così gelosamente, può davvero definirsi sano e costruttivo?…
Non di rado si è riconosciuta la valenza filosofica di certe opere letterarie, capaci di portare il lettore a riflessioni di una profondità non immaginabile a prima vista. Ma in che senso la letteratura può rendersi filosofica, contribuire nel lettore a sviluppare determinati pensieri e ragionamenti? Si cercherà di scoprirlo tramite un racconto interno a una delle più note opere di letteratura italiana: l’Orlando Furioso…
Evola ha sempre attribuito al suo impegno artistico grande rilevanza. Lo dimostra quanto scrisse nella introduzione all’edizione del poema, La parole obscure du paysage intérieur, realizzata da Vanni Scheiwiller nel 1963, in cui sottolineò come tra il momento tradizionale del proprio percorso e quello avanguardistico, non ci fosse alcuna contraddizione…
Certamente non è segreto il fatto che nei confronti di un certo testo possa, l’autore, avere maggiore affettività, maggiore riconoscenza, passione, risonanza; non è poco comune come una produzione musicale possa essere per il musicista occasione di catarsi, di pulizia d’animo…
Vi sarà capitato di fermarvi davanti ad una foresta, di quelle veramente massicce, fitte, dagli alberi ad alto fusto. Una di quelle che, solo a guardarla ti ci senti già perduto, travolto da un insolito e sconosciuto timore. Timore di quei bui accessi, dentro ai quali può nascondersi chissà chi o che…
Questo intervento è volto a tutti gli inattuali e a tutti coloro che sentono il problema della destinazione dei ministri del pensiero: musica, arte e poesia. Le mie riflessioni nascono dalla consapevole e necessaria solitudine essenziale, connessa ad ogni percorso di ricerca nell’arte, mentre la morsa del mondo della tecnica esaurisce e nasconde la spinta organica del sentimento panico…
L’espressione cancel culture, che sembra apparentemente derivare, non etimologicamente ma semanticamente, dal termine censura, si è caricata di diversi significati, che coinvolgono tanto la sfera politico-culturale quanto quella digitale. Eh sì. Oggi, infatti, non è più un mistero che molti dei vocaboli con i quali comunichiamo ogni giorno subiscano processi di risemantizzazione nelle piattaforme social…
Per la rubrica Verità e Storia, abbiamo qui con noi Paolo Borioni, Professore associato di storia delle istituzioni e delle dottrine politiche presso l’Università La Sapienza di Roma. I suoi interessi scientifici riguardano in particolar modo il socialismo europeo, il welfare state, la storia delle istituzioni e la storia nordica. Ha a lungo lavorato per la Fondazione Istituto Gramsci e la Fondazione Brodolini, occupandosi della collaborazione con i centri studi del socialismo europeo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Nordic welfare in ordoliberal europe: From welfare parity to social hierarchy? in The Relational Nordic Welfare State: Between Utopia and Ideology, a cura di Sakari Hänninen, (2019), Solo il re ha il potere delle armi (2008), Svezia (2005), P. Borioni, M.F. Christiansen, Danimarca (2015).
Quando pensiamo alla politica, è difficile associarla ad una scienza: non solo per l’immagine che ci offre la nostra politica attuale, ma per il concetto stesso di politica che ci è sempre stato presentato dal punto di vista filosofico. Questa visione non è quindi frutto di un processo accidentale, ma un’eredità della filosofia stessa e del modo con cui si è sempre inteso la politica. È la tradizione filosofica a far sì che il discorso si concentri altrove e non sullo statuto scientifico della politica…