Archivi categoria: Filosofia

Possibilità e necessità della democrazia

 

di

Giangiuseppe Pili

 

 

Non è semplice districarsi nella realtà dei fatti soprattutto quando l’argomento riguarda proprio i fatti. E se ciò è già difficile, la situazione si aggrava quando, al posto della ragione, si mette in moto la fantasia e il desiderio: e così spesso vanno le cose quando si ha a che fare con la politica.

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Filosofia e Politica: la genesi di un rapporto controverso dall’antica Grecia all’età moderna

 

 

di

Nicola Castaldo

 

 

Parlare dei rapporti fra filosofia e politica, della loro genesi e della loro storia, vuol dire percorrere un arco temporale che parte dall’età classica e arriva fino ai nostri giorni incrociando una molteplicità di rapporti negli ambiti più disparati: storia, filosofia, sociologia, teologia, diritto, etica….

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Guglielmo di Ockham: il rasoio e il Trecento

 

di 

Mauro Lucaccini

 

 

Alla fine del Duecento si ha una prima affermazione della Signoria legata all’indebolimento del potere imperiale con rafforzamento delle monarchie nazionali ed allo sviluppo delle attività commerciali con l’affermazione di un’aristocrazia borghese: le aspirazioni teocratiche della Chiesa portano allo scontro politico tra Bonifacio VIII e Filippo Il Bello con il parallelo scontro tra…

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Guglielmo di Ockham (1285 – 1347)

 

 

 

Mosè, Cristo e Maometto: tre impostori o tre grandi politici?

 

 

Una lunga tradizione di pensiero si è concentrata in un libello dalle origini leggendarie e dalla storia redazionale molto vivace, intitolato Trattato dei tre impostori, dove Mosè, Cristo e Maometto sono stati definiti con l’epiteto del titolo: impostori, appunto. Ne ripercorro, brevemente, le fasi redazionali. L’esistenza di un trattato latino, De tribus impostoribus, sebbene sia stata molte volte affermata e data per certa fin dal XIII secolo, non è mai stata dimostrata, non essendo giunta fino a noi alcuna copia. I probabili autori sono stati identificati, nel tempo, con AverroèFederico IIPier delle VignePoggio BraccioliniErasmo da Rotterdam, Pietro AretinoGuillaume PostelMichele ServetoJean Bodin, Bernardino OchinoGirolamo CardanoPietro PomponazziGiordano BrunoTommaso Campanella, Giulio Cesare VaniniBaruch Spinoza e altri. Un secondo trattato latino, sempre intitolato De tribus impostoribus, anonimo, è stato composto nel 1688 e stampato, a Vienna, nel 1753. Un terzo trattato, intitolato La Vie et l’Esprit de Mr Benoît de Spinosa, è stato pubblicato, per la prima volta, anonimo e in francese, a L’Aia, nel 1719. Solo le successive edizioni avrebbero assunto il titolo di Traité des trois imposteurs.
Eccone alcuni passaggi (tratti da Trattato dei tre impostori. La vita e lo spirito del signor Benedetto De Spinosa, Einaudi, 1994): “La stessa nozione di Dio è incerta per coloro che pure ne sostengono l’esistenza, i quali danno «la definizione di Dio ammettendo la loro ignoranza», senza comprendere «chi lo ha creato» o affermando «che è lui stesso il principio di sé», sostenendo così «una cosa che non capiscono. Dicono: non comprendiamo il suo inizio; dunque l’inizio non esiste». Avviene che la sua nozione sia «il limite di un’astrazione intellettuale», e venga definito a volte Natura, a volte Dio, avendone idee disparate. Chi chiama Dio «la connessione delle cose», chi «un essere trascendente, perché non può essere visto né compreso». Si sostiene, poi, che Dio sia amore, benché egli, in quanto creatore, abbia dotato l’uomo di una natura opposta alla sua e lo abbia sottoposto «alla tentazione dell’albero, sapendo che avrebbe commesso una trasgressione fatale a se stesso e ai suoi discendenti». Per riscattare poi la colpa dell’uomo, Dio farà subire a suo figlio i peggiori tormenti: «nemmeno i barbari credono a storie così menzognere». Ci si deve chiedere, allora, perché mai bisognerebbe tributare un culto a Dio, regolato da un’istituzione religiosa, oltre tutto in considerazione del fatto che un essere perfetto non dovrebbe averne bisogno: «il bisogno di essere onorato è segno d’imperfezione e d’impotenza». In realtà, «ognuno comprende che è interesse dei governanti e dei potenti stabilire una religione per mitigare gli istinti violenti del popolo». Si dice che la presenza di una coscienza morale sarebbe la prova che Dio ha dato all’uomo la nozione del bene e del male e conseguente timore della punizione, ma in realtà le cattive azioni alterano l’armonia sociale e chi le commette teme le sanzioni della società umana. È la ragione naturale a illuminare il comportamento morale dell’uomo. Il resto è «un’invenzione dei nostri oziosi sacerdoti, che così accrescono considerevolmente il loro tenore di vita». Nessuna religione è in grado di dimostrare né l’esistenza né la natura di un’essenza divina, anche se sempre vi è chi ha preteso di conoscerla: i pagani dell’antichità, il re Numa, Mosé, Maometto, i bramini indiani, i cinesi, ciascuno contraddicendo gli altri. «Si credette che il giudaismo correggesse il paganesimo, il cristianesimo il giudaismo, Maometto entrambi, e si attende il correttore di Maometto e dell’islamismo». È, dunque, naturale sospettare che i fondatori delle religioni siano tutti degli impostori. Del resto, ogni religione accusa tutte le altre di impostura e, in particolare nel cristianesimo, ogni setta cristiana «accusa l’altra di aver corrotto il testo del Nuovo Testamento». Occorrerebbe, poiché non è evidentemente possibile credere a ogni religione, non credere a nessuna, «finché non si sia trovata la vera religione». Pertanto, per stabilire la verità di ogni singola religione, bisognerebbe esaminare con cura le affermazioni dei loro singoli fondatori: «non bisogna prendere affrettatamente per dogma o per testimonianza sicura quel che il primo che passa abbia asserito». Operazione molto difficile, che si può dubitare possa mai giungere a una conclusione effettiva”.
Io credo che Mosè, Cristo e Maometto siano stati sì, impostori, ma filosofici, considerata la sostanziale fallacia dei loro insegnamenti metafisico-teologici, e, allo stesso tempo, li ritengo i più grandi politici della storia, visti gli “iscritti” ai loro “partiti” e quanto questi hanno fatto e continuano a fare in nome loro. Niente di divino o rivelato, quindi. Solo ignoranza, superstizione e credulità da parte di chi, ancora oggi, segue questi tre “segretari di partito” e i loro diktat, da un lato, antivitali, per dirla alla Nietzsche, e, dall’altro, espansionistici. Tutto ciò non fa altro che dimostrare, dunque, la natura esclusivamente politica dell’azione dei tre fondatori di religioni (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), come enunciato nel pamphlet, “veri e propri impostori dediti alla gloria personale e all’asservimento dei popoli”.

 

 

 

Marsilio Ficino e lo sviluppo del neoplatonismo nella Firenze medicea tra realtà e invenzione

 

di

Federico Giannini

 

Fu ancora Cosimo degli uomini litterati amatore ed esaltatore; e perciò condusse in Firenze lo Argilopolo, uomo di nazione greca e in quelli tempi litteratissimo, acciò che da quello la gioventù fiorentina la lingua greca e l’altre sue dottrine potesse apprendere. Nutrì nelle sue case Marsilio Ficino, secondo padre della platonica filosofia, il quale sommamente amò; e perché potesse più commodamente seguitare gli studi delle lettere, e per poterlo con più sua commodità usare, una possessione propinqua alla sua di Careggi gli donò.

Queste parole, tratte dal sesto libro delle Istorie fiorentine di Niccolò Machiavelli, illustrano in breve uno dei momenti salienti del Rinascimento fiorentino: la nascita del circolo neoplatonico fondato dall’illustre filosofo Marsilio Ficino (1433 – 1499), che fin da molto giovane dovette entrare nelle grazie dei Medici…

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Marsilio Ficino (1433 – 1499)

 

Villa Medicea di Careggi
seconda sede, dopo Villa Le Fontanelle, dell’Accademia Neoplatonica

 

 

Sulla funzione catartica della bestemmia

 

 

2500 anni di dottissime e spesso astruse speculazioni filosofiche sulla natura della “catarsi” (il processo di liberazione dalle esperienze traumatizzanti o da situazioni conflittuali), da Aristotele alla contemporanea psicologia post-freudiana, non sono state in grado di mettere in luce come la più alta e praticata forma di catarsi, per il genere umano, sia la bestemmia, somma, seppure spesso soltanto momentanea, purificazione dell’animo dalle negatività che lo appesantiscono! Sarebbe proprio il caso di affermare: bestemmiate e la vita vi sorriderà!!!

 

 

 

 

 

 

Le vite parallele di Newton e Leibniz

 

di

Mauro Comoglio

 

 

La polemica che ha visto opposti Newton e Leibniz, per la  paternità del calcolo infinitesimale, occupa tra le dispute scientifiche un posto di singolare rilievo; vuoi per la levatura dei personaggi coinvolti, vuoi per l’asprezza della polemica, ma soprattutto per il conteso storico assolutamente unico e per la posta in gioco…

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Isaac Newton (1642 – 1727)

 

Gottfried Wilhelm Leibniz (1646 – 1716)

 

 

Costituzione e identità: l’ontologia degli artefatti in Aristotele

 

di

Annalisa Arci

 

 

Aristotele non si chiede che cos’è un artefatto e non si pone in maniera esplicita il problema di formulare un’ontologia degli artefatti. Seguiremo il suo percorso attraverso la Fisica, il lessico filosofico di Metafisica Delta e alcuni passi dell’ousiologia di ZetaEta e Lambda per mostrare il ruolo del paradigma artefattuale nella determinazione della naturalità e sostanzialità del vivente…

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Aristotele (384 a.C. – 322 a.C.)

 

 

Complottismo… e Cultura. La narrativa complottista è la sola ricetta di tanta “letteratura critica”

 

di

Giovanni Perazzoli

 

 

Contrariamente a quanto si potrebbe credere (tra i più ottimisti) le teorie cospirative non sono un fenomeno circoscritto entro i limiti di una subcultura che rumoreggia lontana dal mondo accademico e dalla “cultura alta”. La struttura portante delle teorie cospirative si ritrova pressoché immutata anche in non poca letteratura filosofica, economica e sociologica, relativamente influente. Per fare solo un (facile) esempio, il plot complottista è non piccola parte dei libri di Michel Foucault editi da Gallimard…

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Il disvelarsi della complessità, Platone e il parricidio di Parmenide

 

di

Tullio Tinti

 

 

Negli ultimi trent’anni la convinzione che tutto quanto sia, a ben guardare, complesso si è diffusa come un’epidemia o – come direbbe Dawkins – si è rivelata un meme estremamente contagioso. Non c’è ramo del sapere che non ne sia stato influenzato. In ogni anfratto della conoscenza umana arriva il meme della complessità e modifica la percezione dei ricercatori, i quali gettano un nuovo sguardo ai propri modelli teorici e un attimo dopo si sentono obbligati a dire…

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Parmenide (515 a.C. – 450 a.C.)

 

Platone (427 a.C. – 347 a.C.)