Archivi categoria: Letteratura Italiana

Assegnato allo scrittore Raffaele Lauro il Premio Nazionale “Caravella Tricolore 2020”, sezione “Musica”, per l’opera biografica su Lucio Dalla

 

 

Il Premio Nazionale “Caravella Tricolore 2020”, sezione “Musica”, alla sua IV edizione, è stato assegnato a Raffaele Lauro per sua articolata opera su Lucio Dalla e, in particolare, per il romanzo biografico “Caruso The Song – Lucio Dalla e Sorrento”, edito nel 2015 da GoldenGate Edizioni, dedicato al capolavoro del grande artista e al legame cinquantennale del cantautore bolognese con Sorrento, di cui era cittadino onorario e dove compose, nell’estate 1986, “Caruso”. Il prestigioso riconoscimento gli sarà consegnato, in ottobre, a Roma, nel corso di una manifestazione pubblica. Lo scrittore sorrentino, autore di diciotto romanzi di successo (www.raffaelelauro.it), ha dedicato a Dalla tre opere narrative, un tour culturale e musicale internazionale, un docufilm e il testo di una canzone dal titolo “Uno straccione, un clown”. Il romanzo premiato rappresenta un’autentica opera poetica, nell’ispirazione e nei contenuti, a partire dagli episodi legati a luoghi, a persone e a vicende di Sorrento, con il respiro onnipresente del mare. Ne viene fuori il Lucio poeta, il Lucio uomo, il Lucio cantore della Natura, con le sue passioni, con i suoi amori, con le sue solitudini, con le sue esaltazioni, con le sue melanconie e con il suo stupore fanciullo di fronte alla bellezza. E anche il suo amore per lo sport. Più che un romanzo biografico nel senso tradizionale, quindi, Lauro riesce a svelare la “biografia interiore” di Lucio Dalla: l’humanitas, la sensibilità di uomo e di artista, la capacità di dialogare con tutti e di legare umanamente con tutti. L’attitudine ad ascoltare e a “sentire” i sentimenti altrui, di recepirli e di farli suoi. In merito a quest’ultimo riconoscimento, che arricchisce una lunga serie, con l’esordio, nel 1987, del “Premio Chianciano di Narrativa Opera Prima”, fino al più recente, nel 2019, il “Premio Penisola Sorrentina – Arturo Esposito” per l’intera opera narrativa, Lauro ha dichiarato: “Sono grato agli organizzatori e alla giuria per questo riconoscimento che ricorda e celebra, mio tramite, un artista straordinario, un poeta, un musicista, un folletto lirico, il quale ha rinnovato, con ‘Caruso’, la fama di Sorrento nel mondo: una canzone-capolavoro dalla melodia immortale, che ha raccolto l’inestimabile testimone della celeberrima ‘Torna a Surriento’. Grazie, Lucio”.

 

Lucio Dalla e Raffaele Lauro

 

 

 

 

Come Pasolini e Calvino litigarono sul concetto di lotta all’omologazione

 

 

di

Roberta Errico

 

Il 30 settembre 1975, alle 22:50, un metronotte sente delle urla provenire dal bagagliaio di una Fiat 127, in via Pola, nel quartiere Trieste di Roma. Poco dopo intervengono i carabinieri, che forzano l’auto e si trovano davanti una scena raccapricciante: una ragazza insanguinata chiede disperatamente aiuto e, accanto a lei, giace il corpo di un’altra giovane donna, ormai morta…

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Pier Paolo Pasolini (1922-1975) e Italo Calvino (1923-1985)

 

 

 

Perchè De Andrè è sempre attuale? L’incontro tra Medioevo e Novecento

 

di

Maria Geraci

 

Riconosciuto per le sue idee anarchiche e la sua abilità con le parole, Fabrizio De André ha riscosso il suo successo a partire dagli anni Settanta, spaziando dal Medioevo al presente. Dall’animo inquieto e introverso ha lasciato un segno nella musica italiana sia come artista che come persona, combattendo battaglie politiche e sociali con i suoi versi…

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Le “Lezioni Americane” di Calvino sono la porta alla contemporaneità

 

di

Simone Pederzolli

 

 

l XXI secolo è sinonimo di complessità: negli ultimi vent’anni, infatti, la realtà si sta palesando attraverso molteplici aspetti e sfumature e la velocità d’esecuzione dei processi in atto è maggiore rispetto al passato. Basti pensare alla globalizzazione, che ha portato radicali cambiamenti e nuovi rapporti di forza, a livello economico, culturale e sociale, all’interno dei singoli stati nazionali. Una trasformazione…

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La Milano da bere? Ve la racconta Bonvesin da la Riva

 

di

Luca Doninelli

 

 

«Crescono infatti ciliegie aspre e ciliegie dolci di ogni tipo, tanto domestiche quanto selvatiche, in tale abbondanza che talvolta capita ne vengano portate in città in un sol giorno più di sessanta carri; in ogni momento da metà maggio fin quasi a metà luglio se ne trovano in vendita in città».

L’immagine dei sessanta carri carichi di ciliegie che varcano le porte di Milano non è che una delle tante che popolano uno dei libri più belli mai scritti su una città, il De magnalibus Mediolani di Bonvesin da la Riva…

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Bonvesin de la Riva (1240 – 1315)

 

 

 

Compiuta da Firenze: l’enigma di una poetessa

 

da

ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com

 

 

Era conosciuta, fino a poco tempo fa, come “la Compiuta Donzella“: così avevano soprannominata quella misteriosa poetessa gli eruditi dell’Ottocento, facendo eco ai poeti che corrispondevano con lei, i quali affiancavano al suo nome, Compiuta, l’appellativo donzella, signorina. Oggi si preferisce chiamarla semplicemente Compiuta da Firenze, dato che null’altro… 

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Dante Alighieri: il fabbro fiorentino della lingua italiana

 

 

 

Il sommo Dante è stato, senza dubbio alcuno, avanti Francesco Petrarca, Pietro Bembo e Alessandro  Manzoni,  il  primo e più abile  fabbro della  nostra  lingua.  Proprio  a  lui, infatti, si  deve la forgiatura dei caratteri della parlata italiana. Voglio fornirvi degli incredibili dati numerici, tratti dalla mitica enciclopedia multimediale Treccani.it: è stato calcolato che il 90% 1del lessico fondamentale dell’italiano oggi in uso (cioè, il 90% delle 2000 parole più frequenti, che a loro volta costituiscono il 90% di tutto ciò che diciamo, leggiamo o scriviamo ogni giorno), sia già nella Divina Commedia. La sua opera principale è invero a tal punto vasta, da potersi considerare un’epitome dell’intero sapere antico e medievale. E’ così piena di parole, anche specialistiche, che Dante ha temprato, non solo la nostra parlata comune, ma anche quelle tecniche. Lungo le tre cantiche del divino poema, infatti, sono molte le micro lingue presenti, come si definiscono, in linguistica, i lessici propri di una specifica disciplina, che, ad elencarli tutti, riempirei qualche pagina. Anche parolacce e bestemmie non mancano, appunto per non lasciar fuori nulla. Eccovi qualche esempio: Inferno, canto XVIII, vv. 133: “Taide è, la puttana che rispuose”; Inferno, canto XXI, v. 139: “Ed elli avea del cul fatto trombetta”; Inferno, canto XXV, vv. 1-3: “Al fine de le sue parole il ladro/ le mani alzò con amendue le fiche,/ gridando: “Togli, Dio, ch’a te le squadro!”). Prima di Dante, il vocabolario italiano era alquanto povero ma dopo di lui, è diventato tra i più ricchi al mondo. Prima, si poteva parlare soltanto di poche cose. Dopo, di quasi tutto. Anzi, di tutto! 2Pose le basi, inoltre, affinché il latino, presto o tardi, fosse messo in soffitta, soprattutto come registro scritto per la trasmissione della cultura, tanto buono era stato, nella sua opera, il lavoro compiuto sul linguaggio. Grazie al sommo poeta  (immagine a sinistra)  e alla lingua della Divina Commedia, noi tutti, ancora oggi, possiamo affermare: “Il fiorentino è il dialetto che di più si avvicina all’italiano perfetto!”. Ciò è accaduto perché la vastissima diffusione del sublime poema, già immediatamente dopo la morte del suo Autore, veicolò anche la lingua con il quale era stato composto. Quest’ultima, infatti, funse da modello linguistico per tutti coloro che lo lessero. La Divina Commedia ha insegnato agli italiani a leggere e a scrivere correttamente, permettendo loro, dalle Alpi alla Sicilia, di comprendersi reciprocamente. Potrei, dunque, proclamare che l’Italia sia stata unita da Dante più di cinquecento anni prima di Garibaldi, Cavour e i Savoia, ma questa, per chi come me è meridionale, è un’altra storia!