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Selfie

 

 

Il solo modo che abbiamo di guarire dall’infelicità consiste nel raccontarci a noi stessi. Senza scuse o aureole o piagnistei. Equi e morbidi nella pena, ma generosi se occorre. Rimetterci in prospettiva e nudi davanti alle nostre armi e a tutto quello che abbiamo ammazzato. O ha ammazzato noi.

Patrick Gentile

 

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Up and down

 

 

La mia fase up è finita. Sono satollo e terribilmente stanco. Come avessi scalato una parete rocciosa. Ero sulla mia macchinina a scontro, ero al luna park. Ho sbattuto contro chiunque. Avevo bisogno di crashare. Letteralmente. Bucare le gomme, finire impantanato, calpestare, fare del male e farmene. Sadico e masochista a un tempo. Come un bisogno incontenibile di frittura. Un’overdose. L’opportuna scossa da dare al fegato di quando in quando. Si sa che bisogna. Serve a riequilibrare il metabolismo, formare una crepa, un confine tra un prima e un dopo. Adesso sono al day after. Bufera ormonale che sciama lontana. Ripristino del sistema. Bisogno di parlare. Ascoltare. Dopo aver sovvertito un ordine è quanto di meglio io riesca a fare. Nella fase down.

Patrick Gentile

 

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Farmi abitare

 

 

So di essere spigoloso e caustico. Spesso respingente e tranciante. Dunque mi sorprendo sempre quando dal nulla mi si avvicinano persone che per qualche misteriosa ragione sanno in che lingua parlare con me. Sono persone con le quali abbasso d’un tratto le difese. E con cui mi rilasso. Non devo sedurle, non devo abbatterle. Semplicemente non devo far niente. Se non lasciarle entrare. Farmi abitare.

Patrick Gentile

 

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Autostop

 

 

Credo che alla fine vorrei provare a stare con qualcuno non propriamente per un mio bisogno intrinseco, quanto per la frustrazione che produce in me l’osservazione della vita di coppia degli altri, la loro apparente felicità. Ci pensavo sabato sera. Al compleanno di Mauro. Tralasciando che tutti loro abbiano figli, al solito ero l’unico non accompagnato. Mi sarebbe piaciuto sfoggiare qualcuno, ecco. Sentirmi loro pari. Uguale. Ma come, pur avendo preso la patente, di fatto non guido, così tutto sommato anche quella di un legame stabile è una macchina che alla lunga non saprei portare. Se provo a salirci, se metto in moto, dico, e mi allontano, poi inevitabilmente sbando e invado la corsia opposta e allora, ecco, allora, no, allora meglio scendere, proseguire a piedi. Per conto mio. Oppure, come sempre, fare l’autostop.

Patrick Gentile

 

Autostop

 

 

Dove mi pare

 

 

Oggi ero a un bivio. Ci ho messo ventisei secondi a capire che sentiero dovevo imboccare. Ho seguito il mio istinto e ho scelto ancora una volta la libertà. E dopo è stato il paradiso in un metro quadro. Per cui devo solo accettarlo. E ricordarmene. Che sono figlio di Diana. E sono felice solo quando posso andare dove mi pare. Nessuna situazione dubbia, nessun compromesso. Nessuna catena o corda. Mai. Ho quarantatré anni.

Patrick Gentile

 

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Il senso della realtà

 

Di tutti i piaceri umani uno solo non nuoce alla nostra salute psicofisica ma anzi produce in noi importanti benefici: il sesso. A differenza del cibo e delle droghe, il sesso ci appaga e rende agili, ci aiuta a eliminare le tossine e a dormire meglio. Il sesso è il piacere senza controindicazioni, senza effetti collaterali. A patto che sia: protetto, non venga inconsciamente stigmatizzato, la si pianti una volta per tutte di confonderlo con l’amore o l’amicizia.
Scopate se vi va. E non date altro nome alla cosa. Si chiama senso della realtà. Volendo, felicità.

Patrick Gentile

 

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Per innamorarsi

 

Per innamorarsi servono età ed epoche adatte. I quindici anni, i venti. Gli anni settanta e gli anni ottanta, ad esempio, sono state epoche perfette per amarsi. Perfino gli anni novanta. Questi no. Questi sono gli anni del non amore. La grande, magnifica era del non amore.

Patrick Gentile

 

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Ordine

 

Sono uno che da ragazzino scelse di mettere in ordine. Per me l’ordine viene prima di ogni altra cosa al mondo. Ordine dello spazio, della casa, delle singole azioni da compiere, degli oggetti, delle persone. Ordine del tempo. Delle parole, delle relazioni. Se qualcuno sposta un oggetto dalla posizione in cui io l’avevo sistemato, sono paralizzato in una depressione cieca sino a che non lo riporto alla sua posizione originale. Non posso mangiare scrivere lavorare dormire scopare amare se prima le cose non sono tutte perfettamente in ordine. Non tollero curve o diagonali nella mia vita, le cose devono essere ortogonali e disciplinate, rigorosamente simmetriche altrimenti sto male, ho alterazioni del comportamento. Ogni cosa deve reiterarsi nello stesso identico modo della volta prima, altrimenti perdo la rotta e vado a sbattere. Non devono esistere pieghette nel mio letto che solo io posso rifare spianandolo come il marmo, in caso contrario impazzisco. Niente e nessuno deve entrare in conflitto col mio ordine della realtà. Se accade ho i tremori. A volte credo di soffrire di una qualche forma di autismo psichico che però nessuno (neppure la mia psicologa in tredici anni di terapia) mi ha mai diagnosticato. L’ordine oggettuale è alla base della mia anaffettività, del mio egotismo, della mia incapacità a farmi toccare dalle persone che conosco e frequento.

Patrick Gentile

 

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Audrey, Grace, Gregory

 

Quello che è scomparso è il gusto, è lo stile, il sofisticato. Sono scomparse la classe, l’eleganza. Non c’è raffinatezza, non c’è diplomazia, non c’è il giusto aplomb, nessuna bellezza. Dove sono le Audrey Hepburn o le Grace Kelly? Dove sono i Gregory Peck? Solo gente cafona, villana, goffa, cialtrona, ignorante, che non sa vestirsi, parlare, ascoltare, leggere, scrivere, mangiare. Solo avida oscenità. Mi fa schifo questa volgarità, queste donne che ridono col cibo in bocca, questi uomini balbettanti e minidotati. Mi fa schifo quest’Italia. Mi fa schifo questo tempo. E i tatuaggi. E le frasi fatte. E la sporcizia. E il tanfo.

Patrick Gentile

 

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La noia

 

Io giudico gli altri e ne misuro le capacità unicamente attraverso il rapporto di forza che instaurano con me. Sono predatore e territoriale per cui inevitabilmente mi accendo solo nel confronto con una mente/preda riottosa. Ci sono anche altri esseri Alpha in giro, questo è vero. Con loro ci si annusa e si convive senza pestarsi troppo i piedi. Il problema di un predatore è la noia. Il topo preso, dopo un po’ è rancido.

Patrick Gentile

 

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