Archivi categoria: Poesia

Il poeta e la sua ispirazione

 

 

Un poeta, ogni vero poeta, non compone mai da solo. Lo fa sempre a due mani e a due cuori, insieme con la sua ispirazione (qualunque o chiunque essa sia). Questa, infatti, detta e il poeta scrive. Ecco perché il poeta non è mai solo. Ecco perché il poeta, nell’atto di scrivere, soltanto nell’atto di scrivere, si ricongiunge veramente, materialmente e spiritualmente, con la sua ispirazione!

 

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Infinito

 

 

Un poeta, ogni vero poeta, non compone mai da solo. Lo fa sempre a due mani e a due cuori, insieme con la sua ispirazione (qualunque o chiunque essa sia). Questa, infatti, detta e il poeta scrive. Ecco perché il poeta non è mai solo. Ecco perché il poeta, nell’atto di scrivere, soltanto nell’atto di scrivere, si ricongiunge veramente, materialmente e spiritualmente, con la sua ispirazione! (R. P.)

 

 

C’è un cofanetto
nel mio cuore, piccolo.
Con un penna da calamaio
incisa sopra.
Lì dentro ci sei tu.
Ho dovuto chiuderlo
per molto tempo.
Ma è sempre lì.
Quando lo apro
risuona una musica dolce.
È la tua voce,
che legge i miei versi.
La delicata armonia
sono le tue mani
che accarezzano la mia testa,
e le mie
che sfiorano il tuo corpo nudo
e i nostri occhi,
lucidi, che arrivano fin sotto la pelle.
L’amore non ha tempo
e tu sarai sempre
il mio infinito…

 

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Lettere, versi

 

 

Lettere.
Un alfabeto inventato
che inizia col niente
e finisce con te.
Sillabe.
Unioni di lettere
che scandiscono il tempo
di queste mie ore prive di te.
Parole.
Legami di sillabe
che compongono lemmi
che sanno ripetere soltanto il tuo nome.
Versi.
Serie di parole che danzano
in una partitura superba
di un solenne canone barocco.
Poesia.
Insieme di tempo, di lettere,
di sillabe e musica,
di nomi e parole.
Di versi.
Di te.

 

 

 

Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!

 

 

Lei è mia madre.
Oggi è il suo compleanno.
Anche questa foto venne scattata il giorno del suo compleanno.
Anche in questa foto si vede quanto siamo diverse.
Io ridevo sempre. Anche lei rideva. E con in capelli lunghi e ricci era bellissima.
A scattare la foto con la mitica Polaroid che stampava subito c’era mio padre. Che era fissato per queste cose.
Lei non lo sapeva, ma dopo qualche anno saremmo rimaste sole.
Lei a pagare il mutuo di una casa appena acquistata.
Io a fingere la normalità per tornare a scuola. E a cercare di farmi andare bene le cose che erano successe, senza pensarci.
Io e lei, perchè altre persone non c’erano.
Una sera, dopo molti mesi dall’accaduto, mi accorsi che lei metteva chiavi, chiavistello e due sedie all’interno dietro la porta di casa.
Le dissi: “Ma che fai? Se torna Papà come entra?”.
Lei mi prese per mano e tutta la notte parlammo sul lettone.
E mi raccontò quello che io avevo rimosso.
Non sarebbe mai tornato, ma potevamo tenerne viva la memoria con le foto, un filmino. Potevamo parlarne. Potevamo andare a trovarlo, fare pic nic sul prato dove era l’ulivo che avremmo piantato. E io avrei potuto prendere la patente e portare la sua macchina. E molte altre cose. Ma non lo avremmo più visto. No.
Su questo punto doveva essere chiara, dura. E lo fu.

E questo scricciolo di donna è dura anche oggi, quando mi dice:
“Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!”.

Oggi è il compleanno di mia madre.
Ma lei è andata al funerale della cugina.
L’ultima foglia leggera e delicata della sua famiglia d’origine.
Le ho prestato una mia maglietta rossa.
Come è rossa la maglietta che ho io in questa foto.
Io non abbraccio mai mia madre.
Non so farlo.
Per questo, oggi, le ho dato una mia maglietta.

Novella Settimi

 

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In questi pochi righi c’è l’essenza di quello che sono Donne. Istinto, forza, dolcezza. Queste parole sono un compendio della storia universale, della storia del mondo. Ho scritto spesso che il cuore di una donna contiene la storia del mondo. Leggendo, ne ho avuto una ulteriore e inconfutabile prova. Vi ho letto la storia omerica dell’animo umano e quella shakespeariana delle passioni umane. Mi piacerebbe davvero conoscerle queste due eroine della letteratura dell’animo e delle passioni, non fosse altro che per guardare Novella mentre la madre le ripete: “Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!”. Questa frase risuona potente come le prime quattro battute della “Quinta” di Beethoven. Mi ha spiazzato. Mi ha esaltato. Ma, soprattutto, mi ha fatto capire che mai e mai parole di un uomo potranno definire ciò che sono le Donne. Forse, la poesia è l’unico sforzo che un uomo possa compiere per cercare di rappresentarle!

 

 

Tre bicchieri di vino

 

 

Tre bicchieri di vino
ho bevuto
su un prato
di margherite.
Il primo,
per misurare
la mia resistenza
ai tuoi occhi.
Il secondo,
per acquerellare perle
tra le tue mani.
Il terzo,
per barcollare
tra i tuoi capelli increspati.
E, infine, l’ebbrezza,
per vaneggiare il sapore
della tua bocca carnosa.

 

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Quelli che amano

 

Eccoli quelli che amano.
Sono queste pire.
Queste torce nella neve.
Sono miseri, ridicoli,
e ti stordiscono coi loro gemiti.
Fattene una ragione.
Nulla è più tragico di chi
rema senza più
il favore del faro.

Patrick Gentile

 

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La donna e l’ispirazione poetica

 

Il poeta, guardando la propria donna, vede, attraverso gli occhi di lei, tutto l’incanto del mondo. E lo canta. Negli occhi di una donna c’è la bellezza del mare, dei riflessi dorati sulla sua superficie, del cielo, delle nuvole, del tramonto. C’è la bellezza di un’opera d’arte, di una costruzione d’ingegno, di una stravaganza della mente. C’è la bellezza della passione, della sofferenza, della mancanza, del desiderio. C’è la bellezza della vita e la bellezza della morte. Sì, anche quella! Ecco cos’è la composizione poetica. Un canto che il poeta non può placare possedendo la sua donna. Un canto che non avrebbe mai potuto avere voce se il poeta non avesse guardato negli occhi della sua donna. La donna è il canto dell’Universo!

 

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Italia

 

 Dedicata ad Allen Ginsberg

 

Italia, avrei potuto darti tutto
e invece, non ti do niente
perché seppure ti avessi dato tutto
tu non mi avresti ridato niente.
È così che funziona
è così che tu mi hai insegnato.
Italia, ahi serva Italia di dolore ostello
nave sanza nocchiere in gran tempesta
non donna di province, ma bordello
!

Lo riconosci questo?
È il tuo Dante.
In quale fogna hai ricacciato i tuoi spiriti magni
dopo avergli strappato la lingua
e costretti al silenzio?
Italia, perché ti fai guidare dagli imbecilli
perché ti lasci disonorare da quelli che chiami onorevoli
quando la finirai di creare coglioni in serie
coi capelli ordinati e le valigette piene di inutilità?
Italia, quando smetterai di ascoltare quei figuri vestiti di nero
che ti parlano d’amore senza, per fede,
aver mai nemmeno potuto toccare una donna?
Quando un uomo potrà amare un uomo
quando una donna potrà amare una donna
quando, Italia, chi è costretto a soffrire potrà amare
a tal punto la vita da volerla abbandonare
senza bruciare all’inferno?
Italia, i tuoi libri sono pieni di polvere e mosche
il marmo bianco dei tuoi monumenti è corroso.
Non sei stata capace di conservare le tue glorie
preferisci i vestiti alla moda, i festini di coca
e le puttane di lusso.
Italia, deciditi una buona volta
butta quella maschera da persona perbene
e mostra tutto il tuo sudiciume.
Italia, puzzi di immondizia
sei marcia e corrotta.
Guardati se ci riesci
non provi vergogna?
Italia, mi fai ridere, non sei più credibile.
Ti ho concesso troppe possibilità
e mi hai ripetutamente deluso.
Tieniti pure l’affetto di mio padre
che continua a volerti bene
convinto di vivere nel migliore dei paesi possibili.
Guarda come l’hai ridotto!
E come lui tanti altri.
Italia, perché io che non sono figlio di politico, industriale,
o grande giornalista
tanto vale sia figlio di puttana
almeno qualcuno ringrazierà mia madre
per la mezz’ora di piacere concessagli?
Mi ascolti? O sei troppo impegnata a guardare un reality show?
Continui a cercare i tuoi modelli di vita
tra le pagine delle riviste scandalistiche e nella cronaca nera.
Sei anni per condannare una madre assassina
e pochi secondi per far saltare in aria dei galantuomini
che ti combattevano
Italia mafiosa.
I processi si tengono negli studi televisivi
i ministri concedono sconti di pena ai criminali
i pentiti li mandi in crociera
e i collusi in Parlamento.
Vai a farti fottere, Italia. Vai – a – farti – fottere!
Quando capirai che non esistono più il bene o il male
il legale o l’illegale, il pericoloso o il sicuro
ma soltanto quello che ti fa divertire e quello che ti annoia?
Italia, mi intendi o devo parlare in modo più semplice?
Perché sei capace soltanto di inventare obbrobri
che si sforzano di rassomigliarti?
Perché ci vuoi tutti uguali a te?
Quale colpa dobbiamo pagare?
 
Italia, le mie magliette hanno il collo sdrucito
e le mie scarpe le suole consumate.
Faccio il cameriere e scrivo poesie per restare vivo.
Ho buttato via la mia educazione
per non diventare come te, Italia.
Mi fai schifo, mi fanno schifo quelli come te.
Italia, ascoltami, sono nudo e lontano da casa
il D-tan mi sta rovinando le mani.
Le banche dove ho sempre portato i miei pochi soldi sono i bar
e adesso ho sete, Italia.
Cerco di andare fuori di testa ogni volta che posso
e ora sono dell’umore giusto per scrivere.
Italia, mi rivolgo sempre a te
quando potrò comprare dal tabaccaio
quello che serve per le mie poesie
quando quei tipi che sembrano fotomodelli con la pistola
cominceranno a dare la caccia a chi
veramente merita di essere rinchiuso?
Italia, ormai da sei anni non vedo più Paola
ma di notte sogno ancora di baciarla.
Col nome di donna come lo porti tu
lei merita di essere amata non tu, Italia.
Ecco cosa di buono ti è rimasto, soltanto il nome di donna!
Italia, Luigi si è sposato e nessuno mi ha avvertito.
Mia sorella mi telefonò due giorni dopo mentre ero a Ginevra.
Già mi hai dimenticato, Italia?
Hai già dimenticato uno dei tuoi figli migliori?
Italia, nell’aiuola sotto l’albero di pere
non spuntano più i ciclamini a settembre.
 
Non ho mai capito se scherzi o fai sul serio, Italia
se sei matta o troppo sana
se sei fatta o lucida
se menti o mi dici la verità.
Seghiamoci una canna, Italia,
ah no, tu non fumi, hai ragione, è contro la legge.
Quanto sei stupida e falsa, Italia!
Mi fai pena.
Mi vuoi denunciare?
Vuoi chiamare la polizia? Fallo!
Mentre li aspetto,
mi gusterò un’altra bottiglia di liquore generoso.