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Ti Jean

 

 A Jack Kerouac

 

Quanto è stata
lunga Ti Jean
la strada
che da Lowell
ti ha portato
dove non ci sono
più strade
e quanto sarà
lunga Ti Jean
la strada sulla quale io dovrò
correre per provare
a raggiungerti
correre
sì correre
come il ritmo
sincopato di una partitura
jazz che striscia
tra i tasti di un sassofono
nero in un locale
stretto e fumoso giù
a New Orleans
come le parole
spontanee
su un rotolo
per telescrivente
senza punti
né pause
libere
senza freni nude
e senza coscienza parole
bruciate troppo
in fretta benzina
nel carburatore
dell’automobile che sfrecciava
per le highways
d’America da Est
a Ovest
a Est irrequieta
battuta
affamata di vita
e beata
il suo rumore è arrivato
dovunque ha corso
per tutte le strade
del mondo e
non si è finora ridotto
né può continua
è possibile ascoltarne
il rombo limpido
e chiaro come le notti passate
a dormire sui prati
e nei boschi nel sacco
a pelo fatto
di stelle
e una bottiglia
di bourbon.

 

(guarda la videopoesia)

 

getmedia

 

 

Stella

 

 

Ti avrei raccontato
di un luogo oltre le nuvole
e gli arcobaleni più iridescenti
dove, come anime belle,
risiedono tutte le idee.
E di come le idee
diventassero poi
soffio di vita
gioiello d’amore
sorriso di bimba
corpo di donna
carezze di madre
lacrime dolci.
Ti avrei detto
che non sarebbe stato un creatore
a far tutto questo
o un artista
ma noi.
Avresti avuto i miei occhi blu
e la sua bocca
dipinta con un pennello celeste,
il suo collo e i suoi fianchi perfetti
le sue mani amabili
i suoi seni stupendi
e il suo incanto leggero.
Avresti avuto il suo stesso nome
e io a chiamarvi
e voi a rispondermi
nello stesso momento.
Sei tu, è lei,
non sarebbe importato.
È amore.
Avresti riso ai giochi
che avrei inventato per te
letto i libri
che avrei scritti per te.
Con lei t’avrei aspettata la notte
per sentirti tornare,
con lei avrei pianto di gioia
nel vederti ormai donna,
e in te avrei amato
il suo essere donna.
Ti avrei lasciata andare
quando sarebbe toccato a te
compiere ciò per cui
tu saresti venuta alla vita,
ma non t’avrei mai abbandonata.
Sarei stato sempre nei pressi
e se avessi avuto bisogno
t’avrei ancora presa in braccio.
Stella, piccola Stella,
in quel luogo oltre le nuvole
e gli arcobaleni più iridescenti,
ti troverò quando verrò a cercarti
e con te troverò anche lei.
Lì è dove esisti,
lì è dove batte il tuo piccolo cuore
lì è dove siete e sarete per sempre,
al di là del tempo,
al di là dell’amore.

Quando tu non ci sarai

 

 

Quando tu non ci sarai
accoglierò per te fiori di campo
spezzerò rami di pesco
coi boccioli color rosa tenue
e conterò le ore attraverso quei fiori
lasciati nel vaso di vetro su un tavolo.
 
Fisserò i zampilli di una fonte montana
e ne berrò l’acqua fredda che toglierà
anche la sete più tenace, e poi seguirò
le foglie portate dalla corrente
sulle quali lascerò andare il mio cuore.
 
Quando tu non ci sarai
cercherò di non piangere
perché nel ricordo di te
il mio sorriso avrò qualcosa del tuo
e di quegl’occhi incantevoli.

 

2

 

Nel giardino concluso

 

 

Nel giardino concluso dal tempo sospeso
dove viole e camelie t’han presa per mano
custodisci il tuo giglio dai petali d’oro
lo lavi con lacrime bionde di miele
lo asciughi coi lunghi capelli di stelle
pallida luna nel cielo brillante
la notte dissolve le ombre nell’alba.

Il vento che muove le foglie arancioni
che tendono i fili di larghi aquiloni
nell’aria serena al profumo dell’erba
gli orchi gelosi ti hanno violata
squarciandoti il petto, brandendoti nuda
usando parole, vergogna e violenza,
lasciandoti prona e incapace di alzarti.
 
Nel giardino concluso io sono passato
e non hai voluto che io ti rialzassi.
Ti ho carezzato le guance rigate
le labbra assetate seccate dal sole.
Ho provato a parlarti ma tu mi hai cacciato.
 
Nel giardino concluso dal tempo sospeso
tu dormi cullata dagli orchi gelosi
dal petto squarciato sbocciano gocce
di latte sprecato e di sogni confusi.
La ninnananna ha cadenze ferine
il tuo corpo di donna diventa di bimba
e di lontano si vede una mamma.

 

trittico-del-giardino-delle-delizie-hieronymus-boschHieronymus Bosch, “Il giardino delle delizie” (part.), (1480-1490), Madrid, Museo del Prado