Archivi categoria: Politica

Georg Jellinek storico del pensiero politico

 

di

Sara Lagi

 

 

La traduzione italiana della celebre Allgemeine Staatslehre (Dottrina generale dello Stato, 1905) di Georg Jellinek avvenne solo nel 1949. Nella sua Introduzione all’edizione italiana, Vittorio Emanuele Orlando tracciava in poche pagine un ritratto affascinante di Georg Jellinek e della sua opera, sottolineando come questa potesse essere meglio compresa se posta in relazione alla scienza giuridica tedesca di fine secolo, ossia al contesto storico e culturale nel quale Jellinek si era formato come giurista e come intellettuale…

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Georg Jellinek (1851-1911)

 

 

 

Libertà di pensiero
Genesi ed evoluzione della libertà di manifestazione
del pensiero negli ordinamenti politici dal V sec. a.C.

 

di

Marco Marsili

 

 

L’art. 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 afferma: «Una società, nella quale la garanzia dei diritti non sia assicurata e la separazione dei poteri fissata, non ha una Costituzione». Non per questo la Rivoluzione francese riuscì a garantirli, essendo priva di un organismo, indipendente dalle maggioranze temporanee e provvisorie, che potesse impedire abusi e oppressione da parte di tali maggioranze. Secondo i giacobini, che seguivano le teorie illuministiche di Jean-Jacques Rousseau sulla «volontà generale», essa non poteva che manifestarsi attraverso l’Assemblea nazionale, intesa come corpo rappresentativo dell’intera cittadinanza...

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Il concetto di «governo della legge»
nella tradizione repubblicana

 

di

Gabriella Silvestrini

 

 

Il concetto di «governo della legge» corrisponde a un ideale politico largamente diffuso, il cui contenuto a tutta prima pare dotato di evidenza e univocità: la supremazia della legge come garanzia di libertà contro un possibile esercizio arbitrario del potere. In questo senso la legge, come norma stabile e universale, si oppone alla volontà mutevole e particolare degli uomini. Tuttavia, non appena si voglia tradurre in termini più concreti e specifici l’ideale della non arbitrarietà del potere, l’evidenza e l’univocità tendono a dileguare, soprattutto se si tenta una sintesi delle diverse teorie politiche e giuridiche liberali che a partire dall’Ottocento hanno assunto…

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La parola pubblica
Frammenti di una genealogia politica
da Platone a Wittgenstein

 

di

Viviana Segreto

 

 

Il concetto e la parola. Un concetto è una parola. Chi dice cosa?
Il soggetto rappresenta la parola pensata. Pensa la vita dentro la forma. Forma la parola dentro il pensiero. «Il pensiero e il discorso sono la stessa cosa, con la sola differenza che quel discorso che avviene all’interno dell’anima fatto dall’anima con se stessa, senza voce, proprio per questo fu denominato da noi ‘pensiero’»…

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Ludwig Wittgenstein (1889–1951)

 

 

 

Il Rousseau di Augusto del Noce

 

di

Roberto Gatti

 

 

Ne Il problema dell’ateismo, Augusto Del Noce sintetizza il concetto tipicamente moderno di “Rivoluzione” e rileva che con esso si deve intendere “una categoria ideale cui si giunge attraverso un processo filosofico”. “Significa – precisa Del Noce – la liberazione, per via politica, dell’uomo dall’alienazione a cui si trova costretto dagli ordini sociali sinora realizzati e che ha la sua radice soltanto nella struttura di tali ordini. Importa perciò la sostituzione della politica alla religione nella liberazione dell’uomo…

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Augusto Del Noce (1910–1989)

 

 

 

Inquietudine e politica in Leibniz

 

di

Luca Basso

 

 

Il tema centrale dell’articolo è costituito dal tentativo di comprendere in che senso l’elemento dell’inquietudine sia rilevante ai fini dell’analisi della filosofia politica di Leibniz. La nozione di Unruhe, inquiétude possiede una valenza estremamente ampia, rappresentando una sorta di “ponte” fra metafisica, gnoseologia e politica: essa permette di cogliere alcuni dei tratti più significativi della visione leibniziana, e, in particolare, i suoi aspetti più mossi, più dinamici…

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Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716)

 

 

The place of conscientious objection in liberal democracy

 

by

Anna Elisabetta Galeotti

 

 

In this presentation I intend to raise two questions: first, is there any place left for conscientious objection in liberal democracy? Second, if there is any, which claims to conscientious objection (CO) can be accepted? The two questions, taken together, concerns the problem of the justification of CO. The answer to the first question will show that, despite contrary appearance, there is indeed some room, albeit interstitial, for CO to be raised. 

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Marx, Darwin e la “storia critica della tecnologia”

 

di

Fabio Raimondi

 

 

Le ricerche sul rapporto tra Marx e le cosiddette scienze dure sono ormai abbastanza ampie, anche se inferiori rispetto a quelle riguardanti altri ambiti, mentre di minore ampiezza sono quelle sul rapporto tra Marx e la tecnologia. Nonostante la presenza di numerosi contributi, il lavoro da fare per chiarire il rapporto che Marx ed Engels ebbero con le conoscenze scientifiche disponibili al loro tempo e l’importanza che esse rivestirono per la formazione del loro pensiero politico sembra ancora molto…

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(Karl Marx 1818-1883)

 

 

 

You can’t be serious, Plato!

 

di

Maurizio Morini

 

 

Il Novecento filosofico ha visto fiorire alcune interpretazioni dei dialoghi platonici che hanno inteso rimettere in discussione, soprattutto nell’ambito della politica e nonostante una tradizione consolidata, il loro stesso significato. Dopo Popper, la lettura di Leo Strauss è quella che maggiormente si è imposta a motivo della sua originalità e genialità. Secondo Strauss, l’interpretazione di Popper di un Platone totalitario e infedele rispetto agli insegnamenti del suo maestro Socrate, è vittima di un difetto originario…

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Platone (428-348 a.C.)

 

 

 

Platone e il fondamento non fondamentalista della religione

 

di

Eleonora Travanti

 

 

Scopo dichiarato di Platone è quello di persuadere dell’esistenza degli dèi, della loro provvidenza sulle cose umane e della loro incorruttibilità. Da ciò deriva il fondamento morale su cui poggiano le leggi della città. Per questa ragione il legislatore dovrebbe ricorrere non alla minaccia di pene severe, ma alla persuasione dei cittadini dell’esistenza di una giustizia divina. Mostrare che essa ordina, regola e compensa tutte le cose del mondo è compito necessario alla salda fondazione della morale della città e dei suoi cittadini…

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