Il coraggio di scrivere

 

La difficoltà sta tutta lì. Nei dialoghi che si inceppano, nelle false ed edulcorate visioni che la gente ha su questo e su quello. Tutti a metafisicare. Tutti a costruire una saggezza fatta di stupidi proverbi retrivi, vuote asserzioni ascoltate già un milione di volte. Che al limite funzionavano negli Anni Novanta, poi però il mondo è cambiato. Esempio, l’amico di vecchia data che non capisce perché non hai ancora mai pubblicato un libro attraverso i canali ufficiali. La gente è convinta che la scrittura sia una cosa con cui svoltare. Bene. A riuscirci sono in pochi. Pochissimi rispetto alla moltitudine di penne che vive nascosta. Pochissimi e sempre gli stessi. E mica scrivono e basta. Fanno un sacco di altre cose. Tra cui andare in tv, possibilmente da Fazio.
Guadagnare con la propria “arte” comporta obbligatoriamente la combinazione talento-rete di contatti. Il tutto, sia chiaro, misurabile poi sull’ascissa del lungo termine. Altrimenti basta vincere un concorso, e poi di nuovo eclissarsi, tornare al brulichio sommerso, alla macchia.
Vanto da anni una dozzina di lettori ogni settimana, proprio qui, dove ognuno illusoriamente sembra potere in tutto-ma-proprio-tutto. Fossi in uno scaffale di Feltrinelli ne avrei altrettanti? Boh.
Campo da anni di questo minimo successo, prima solo d’occasione, ora un filo più solido grazie alla fidelizzazione. E mi basta. Ecco, la fidelizzazione. La fidelizzazione è uno dei segreti per durare nel tempo. Anche quando non si è nessuno, insomma si è uno dei tanti, uno nel mucchio, dico. In fondo i veri frustrati non sono coloro che sfornano la torta nel chiuso silenzioso della loro cucina. Ma coloro cui, malgrado si dannino l’anima, l’impasto non riuscirà mai.
Ecco, volevo dir questo.

Patrick Gentile

 

Il-coraggio-di-scrivere

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *