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Il legato di Innocenzo III e la soluzione ai problemi di oggi
Agli inizi del ‘200, in quella regione della Francia meridionale chiamata, all’epoca, Linguadoca, poiché vi si parlava la lingua d’oc, la lingua delle poesie dei trovatori e dell’amor cortese, imperversava, dal punto di vista della Chiesa Cattolica Romana, la tremenda eresia catara. Questa postulava il dualismo teologico, ovvero l’esistenza di due divinità, un Dio malvagio e un Dio buono. I catari ritenevano che il mondo materiale fosse l’inferno, che il corpo degli uomini fosse stato creato dal Dio malvagio e l’anima, invece, dal Dio buono. La salvezza, credevano, avvenisse attraverso Gesù Cristo: egli avrebbe rivelato la verità, liberato gli spiriti imprigionati nei corpi e indicato la via per giungere al Dio Buono. Codeste dottrine, unite al rifiuto in toto dei beni materiali e di tutte le espressioni della carne, risultarono terribilmente pericolose agli occhi di Sua Santità Innocenzo III (immaginea destra) e dell’establishment cattolico. Il papa, quindi, si prodigò alacremente per sterminare i catari ed estirpare, così, il loro credo velenoso. Dopo aver tentato invano di coinvolgere il re di Francia Filippo Augusto, riuscì ad armare un esercito, capeggiato da alcuni feudatari del sovrano, al comando di Simon de Montfort. Il 22 luglio del 1209, i mercenari del papa penetrarono dentro le mura della città di Béziers, abbandonandosi agli assassinii più laidi e alle devastazioni più truci. Colà, però, non vi erano rifugiati solo i catari, ma anche cattolici fedeli al papa e alla santa dottrina della Chiesa. Il legato pontificio Arnaud Amaury, interrogato da un soldato sul modo con cui distinguere gli eretici dagli altri, rispose: “Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi!”. Questa terribile storia fornisce il pretesto per una riflessione più che attuale: in quelle zone della Terra attanagliate da gravi problemi come la malavita organizzata, il terrorismo, le guerre civili, le prepotenze, i soprusi, quelle zone in cui, insomma, i problemi sono cagionati dagli uomini, se si potesse adottare il metro di Arnaud Amaury, probabilmente, si risolverebbe tutto, tanto, poi, Dio riconoscerà i suoi!