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Istrice
Io non sono stato mai amato. Non parlo di amore genitoriale, non parlo di affetto canino o amicale. Non parlo neppure di amore fisico, o di passione artistica. No. Io parlo di amore erotico. Sì, quello. Esatto, quello codificato da Roland Barthes. Lui. Nessuno mi ha amato. Mai. Poi ieri discutevo con un amico. Sul fatto che dietro questa faccia, dietro questo corpo, ci sia un istrice. Allora dopo, mentre mi facevo la doccia, ho pensato a come si fa ad avvicinarli. Gli istrici, dico. Di me non si può essere mai innamorato nessuno perché ho gli aculei. Okay, ricevuto. Gli aculei vengono mezzo metro prima di me, prima dei miei sentimenti. Un istrice dorme solo e non vuole nessuno accanto. Tutte le volte che un uomo ha voluto dormire con me, io non mi sono quasi mai addormentato. E non sopporto di sentire qualcuno che respira al mio fianco nella notte. Io prima non lo sapevo di essere questo animale. Ma poi ho controllato sulla mia agenda e ho ricordato che tra una settimana esatta compio quarantatré anni. Forse avrei dovuto segare gli spuntoni tanto tempo fa. Ma la paura deve aver preso il sopravvento. E, un po’ alla volta, ecco, insomma… credo abbia finito col blindarmi. All’intimità. Alla tenerezza. Alle carezze del mondo.