Dedicata ad Allen Ginsberg
Italia, avrei potuto darti tutto
e invece, non ti do niente
perché seppure ti avessi dato tutto
tu non mi avresti ridato niente.
È così che funziona
è così che tu mi hai insegnato.
Italia, ahi serva Italia di dolore ostello
nave sanza nocchiere in gran tempesta
non donna di province, ma bordello!
Lo riconosci questo?
È il tuo Dante.
In quale fogna hai ricacciato i tuoi spiriti magni
dopo avergli strappato la lingua
e costretti al silenzio?
Italia, perché ti fai guidare dagli imbecilli
perché ti lasci disonorare da quelli che chiami onorevoli
quando la finirai di creare coglioni in serie
coi capelli ordinati e le valigette piene di inutilità?
Italia, quando smetterai di ascoltare quei figuri vestiti di nero
che ti parlano d’amore senza, per fede,
aver mai nemmeno potuto toccare una donna?
Quando un uomo potrà amare un uomo
quando una donna potrà amare una donna
quando, Italia, chi è costretto a soffrire potrà amare
a tal punto la vita da volerla abbandonare
senza bruciare all’inferno?
Italia, i tuoi libri sono pieni di polvere e mosche
il marmo bianco dei tuoi monumenti è corroso.
Non sei stata capace di conservare le tue glorie
preferisci i vestiti alla moda, i festini di coca
e le puttane di lusso.
Italia, deciditi una buona volta
butta quella maschera da persona perbene
e mostra tutto il tuo sudiciume.
Italia, puzzi di immondizia
sei marcia e corrotta.
Guardati se ci riesci
non provi vergogna?
Italia, mi fai ridere, non sei più credibile.
Ti ho concesso troppe possibilità
e mi hai ripetutamente deluso.
Tieniti pure l’affetto di mio padre
che continua a volerti bene
convinto di vivere nel migliore dei paesi possibili.
Guarda come l’hai ridotto!
E come lui tanti altri.
Italia, perché io che non sono figlio di politico, industriale,
o grande giornalista
tanto vale sia figlio di puttana
almeno qualcuno ringrazierà mia madre
per la mezz’ora di piacere concessagli?
Mi ascolti? O sei troppo impegnata a guardare un reality show?
Continui a cercare i tuoi modelli di vita
tra le pagine delle riviste scandalistiche e nella cronaca nera.
Sei anni per condannare una madre assassina
e pochi secondi per far saltare in aria dei galantuomini
che ti combattevano
Italia mafiosa.
I processi si tengono negli studi televisivi
i ministri concedono sconti di pena ai criminali
i pentiti li mandi in crociera
e i collusi in Parlamento.
Vai a farti fottere, Italia. Vai – a – farti – fottere!
Quando capirai che non esistono più il bene o il male
il legale o l’illegale, il pericoloso o il sicuro
ma soltanto quello che ti fa divertire e quello che ti annoia?
Italia, mi intendi o devo parlare in modo più semplice?
Perché sei capace soltanto di inventare obbrobri
che si sforzano di rassomigliarti?
Perché ci vuoi tutti uguali a te?
Quale colpa dobbiamo pagare?
Italia, le mie magliette hanno il collo sdrucito
e le mie scarpe le suole consumate.
Faccio il cameriere e scrivo poesie per restare vivo.
Ho buttato via la mia educazione
per non diventare come te, Italia.
Mi fai schifo, mi fanno schifo quelli come te.
Italia, ascoltami, sono nudo e lontano da casa
il D-tan mi sta rovinando le mani.
Le banche dove ho sempre portato i miei pochi soldi sono i bar
e adesso ho sete, Italia.
Cerco di andare fuori di testa ogni volta che posso
e ora sono dell’umore giusto per scrivere.
Italia, mi rivolgo sempre a te
quando potrò comprare dal tabaccaio
quello che serve per le mie poesie
quando quei tipi che sembrano fotomodelli con la pistola
cominceranno a dare la caccia a chi
veramente merita di essere rinchiuso?
Italia, ormai da sei anni non vedo più Paola
ma di notte sogno ancora di baciarla.
Col nome di donna come lo porti tu
lei merita di essere amata non tu, Italia.
Ecco cosa di buono ti è rimasto, soltanto il nome di donna!
Italia, Luigi si è sposato e nessuno mi ha avvertito.
Mia sorella mi telefonò due giorni dopo mentre ero a Ginevra.
Già mi hai dimenticato, Italia?
Hai già dimenticato uno dei tuoi figli migliori?
Italia, nell’aiuola sotto l’albero di pere
non spuntano più i ciclamini a settembre.
Non ho mai capito se scherzi o fai sul serio, Italia
se sei matta o troppo sana
se sei fatta o lucida
se menti o mi dici la verità.
Seghiamoci una canna, Italia,
ah no, tu non fumi, hai ragione, è contro la legge.
Quanto sei stupida e falsa, Italia!
Mi fai pena.
Mi vuoi denunciare?
Vuoi chiamare la polizia? Fallo!
Mentre li aspetto,
mi gusterò un’altra bottiglia di liquore generoso.