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Ordine
Sono uno che da ragazzino scelse di mettere in ordine. Per me l’ordine viene prima di ogni altra cosa al mondo. Ordine dello spazio, della casa, delle singole azioni da compiere, degli oggetti, delle persone. Ordine del tempo. Delle parole, delle relazioni. Se qualcuno sposta un oggetto dalla posizione in cui io l’avevo sistemato, sono paralizzato in una depressione cieca sino a che non lo riporto alla sua posizione originale. Non posso mangiare scrivere lavorare dormire scopare amare se prima le cose non sono tutte perfettamente in ordine. Non tollero curve o diagonali nella mia vita, le cose devono essere ortogonali e disciplinate, rigorosamente simmetriche altrimenti sto male, ho alterazioni del comportamento. Ogni cosa deve reiterarsi nello stesso identico modo della volta prima, altrimenti perdo la rotta e vado a sbattere. Non devono esistere pieghette nel mio letto che solo io posso rifare spianandolo come il marmo, in caso contrario impazzisco. Niente e nessuno deve entrare in conflitto col mio ordine della realtà. Se accade ho i tremori. A volte credo di soffrire di una qualche forma di autismo psichico che però nessuno (neppure la mia psicologa in tredici anni di terapia) mi ha mai diagnosticato. L’ordine oggettuale è alla base della mia anaffettività, del mio egotismo, della mia incapacità a farmi toccare dalle persone che conosco e frequento.