Unione

 

 

Nel tempo delle divisioni incoercibili, dei fili spinati e delle triple barriere atte a rattoppar la nostra geografia più prossima come punti di sutura cuciti da un macellaio miope. Nel tempo della massima sordità reciproca. Nel tempo in cui rivomitiamo noi stessi dopo esserci cucinati e mangiati. Nel tempo delle solitudini crude ed estreme. Degli isolamenti ottusi e tragicamente rinfrancanti. Nel tempo della massima incomunicabilità, al punto che a confronto Antonioni sembra un pivello. Nel tempo delle morti silenti e delle sparatorie piene di imbarazzo. Nel Far West della disunità. Nel festival delle discrepanze e delle voragini semantiche. Nel tempo del Non. Eccola qua. La parola nata male, la parola vecchia e stantia per eccellenza: unione.

Patrick Gentile

 

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